Desideravo leggere questo libro da tempo, ma il tempo spesso non basta mai, quindi, grazie al Bookcrossing, sono finalmente riuscita a recuperare La solitudine dei numeri primi di cui avevo visto il film anni fa al cinema, ma ad oggi non ricordo assolutamente nulla. La mia curiosità era così alle stelle che ho messo da parte molti libri che amo e che non vedo l’ora di rileggere in mezzo a pile infinite di storie ancora da scoprire. Ebbene. Posso iniziare dicendo che non mi piace scrivere recensioni negative, per me non è piacevole mettermi a parlare male di un libro che non mi è piaciuto, anche perché non ci trovo nessuno stimolo. Mi dispiace tantissimo se questa storia o buona parte di essa si sia ispirata in qualche modo a qualcosa di personale da parte dell’autore, davvero mi dispiace tantissimo, ma io penso di avere appena finito uno dei libri peggiori che abbia letto nella mia breve vita di lettrice. Non voglio entrare nei dettagli per non fare spoiler, ma sul serio mai, mai mi era ancora capitato di leggere un libro così pieno di catastrofi, una dietro l’altra, senza alcun approfondimento, senza un minimo spazio di speranza, coerenza, o di resilienza. In fondo, la letteratura non dovrebbe fare proprio questo? Offrire spunti di riflessione per i lettori, e incoraggiarli a credere sempre in un futuro migliore, sempre e comunque? In questa storia non c’è assolutamente niente, niente che faccia anche solo pensare a qualcosa di vagamente positivo, o sano, o normale. È tutto un perenne precipitare nel vuoto, o nel nulla completo. Ma siccome non mi piace lasciare le cose a metà, appena riesco recupero anche il film, voglio vedere se magari è stato cambiato qualcosa… in meglio, perché peggio di così…
La solitudine dei numeri primi
Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima 2008. Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
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Autore:
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Amanda 30 settembre 2025Avevo messo due stelle, non cinque!
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Agnegne 08 gennaio 2025Bello ma non ci vivrei
Dopo averlo letto a 14 anni ed essere rimasta delusa dal finale (non lo spoilero, sono una brava persona), mi sono data una seconda opportunità, senza troppe aspettative ma con una speranza minima di modificare, anche di poco, le mie percezioni su questo libro. La lettura è stata scorrevole, nonostante le scene narrate non fossero leggere e felici (d'altronde già il titolo non è che infonda particolari good vibes ecco...). In sostanza, la mia opinione su questo libro è leggermente migliorata, sono riuscita a leggere un libro intero in pochissimi giorni dopo un blocco del lettore durato anni, ma il finale...IL FINALE...Paolè, mannaccccc.
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RosaB97 05 novembre 2023Da leggere
molto bello
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