MICHELE ERCOLE
14 aprile 2010
Lavorando al macero della carta, tra sogni mancati e tristezza del presente, si costruisce l'amore per i libri, la vita raccontata o solo raccolta tra le pagine. Così si riempie la casa di libri, qualsiasi libro, raccolto e salvato dal macero e si colorano le enormi balle di carta da distruggere componendole con il piacere dell'occhio e del cuore, quasi fossero quadri. La solitudine rimbalza in ogni momento della vita del protagonista e si scontra violenta con l'asfissiante incubo del regime staliniano. Un racconto d'amore e non ancora di lotta.
