Lo spartito del Diavolo

Petra, Giordania. Senza aspettare, iniziò a scendere lungo i gradini consunti dal tempo. Non si curò del corrimano di corda, usando la fredda superficie della parete rocciosa per sostenersi mentre affrontava la discesa. In fondo, le tenebre sembravano ingoiare la luce delle torce le cui fiamme oscillavano alla brezza che soffiava dal labirinto dei tunnel sotterranei di aerazione. In quella luce pulsante, le incisioni e gli affreschi del basso soffitto sembravano quasi danzare. Giunta all’interno del Santuario, riuscì a stento a trattenere l’euforia e il senso di vittoria che la stavano pervadendo. Era tutto vero. Il Sacro Fuoco aveva cambiato colore. Il segno era genuino. Dopo oltre duemila anni di attesa, Lui era tornato. Roma, Italia. La vita di Arkadius Nowak è a pezzi. Il suo matrimonio è appena finito, la carriera di violoncellista trascorre nell’anonimato e gli amici lo hanno abbandonato senza spiegazioni. Tutto sembra spingerlo verso la più profonda depressione, fino a quando viene chiamato per sostituire un musicista scomparso a pochi giorni dall’inizio di una importante tournée. Le composizioni che suonerà con i nuovi colleghi potrebbero sconvolgere i principi della musica finora insegnati e studiati, portando alla luce uno sconosciuto missionario, dalle gesta inesplicabili e dalla vita misteriosa. Ma chi è veramente il gesuita Alberigo Seriani? E come mai la magnificenza della sua musica è stata scoperta solo adesso? A volte è meglio lasciare le risposte sepolte tra le pieghe dei secoli.