Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD - 2
Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli - DVD
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David di Donatello - Miglior film - 1986
Nastro d'argento - Miglior film - 1986
Speriamo che sia femmina
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Descrizione


In una casa di campagna vive una donna separata insieme ai parenti più stretti. Il ritorno dell'ex marito provoca lo scompiglio e l'apparente tranquillità del nucleo familiare sembra crollare.

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Informazioni:

Speriamo che sia femmina dvd 8057092000151 italiano custodia standard nuovo Sigillato 065 * 1 12/06/25

Informazioni aggiuntive

  • Mustang Entertainment, 2014
  • Videodelta
  • 114 min
  • Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
  • 1,66:1 Wide Screen

Valutazioni e recensioni

  • Barnaba Lupo

    Sempre graffiante anche a più di 70 anni, Mario Monicelli colpisce un'altra volta nel segno raccontando le vicende - in chiave velatamente femminista, ma con il solo scopo di esaltare la donna perchè semplicemente più sveglia dell'uomo per natura - di un gruppo di donne più o meno giovani in un casolare toscano, ognuna alle prese con i propri problemi personali e con quelli in comune legati alle sorti della propria tenuta. La trama è perfetta per intreccio e nella sua coralità, le interpretazioni sono una meglio dell'altra e la scena di Philippe Noiret in macchina con Bernard Blier che dà indicazioni su come parcheggiare resterà per sempre nella storia del cinema.

Conosci l'autore

Foto di Mario Monicelli

Mario Monicelli

1915, Roma

Regista italiano. Dopo aver realizzato nel 1935, con il cugino Alberto Mondadori, un mediometraggio (I ragazzi della via Paal) ed essere stato aiuto-regista e sceneggiatore, affronta la regia nel 1949, dirigendo con Steno otto film di prevalente intonazione comica e con un eccellente Totò (tra cui Vita da cani, 1950, e Guardie e ladri, 1951). Dal 1954 lavora da solo (Proibito, melodramma sociale da un romanzo di G. Deledda), alternando film drammatici a film comici, quasi sempre legati a temi di critica sociale. Dopo Totò e Carolina (1955), dirige la coppia A. Sordi-F. Valeri nel satirico Un eroe dei nostri tempi (1955), lancia E. Martinelli nella commedia rosa Donatella (1956) e anticipa la commedia all'italiana, rivelando le doti comiche di V. Gassman con I soliti ignoti (1958)....

Foto di Liv Ullmann

Liv Ullmann

1939, Tokyo

Propr. L. Johanne U., attrice e regista norvegese. Già celebre attrice del Teatro nazionale di Oslo, debutta nel cinema norvegese nel 1957 in regie di modesto valore. Conosciuto I. Bergman, ne diviene interprete di punta nonché compagna per cinque anni. L’intensità espressiva nel muto ermetismo di Persona (1966) apre le porte a una serie di ruoli tormentati: tra visioni demoniache (L’ora del lupo, 1967), fantasmi della guerra (La vergogna, 1968) e inferno del quotidiano (Passione, 1969). Interrotto il sodalizio con Bergman è protagonista della fortunata saga in costume di J. Troell (Karl e Kristina e La nuova terra, 1971), e ritrova il regista a Hollywood (Una donna chiamata moglie, 1974) dopo avervi esordito debolmente (La signora a 40 carati, 1973, di M. Katselas). Tornata nell’alveo di...

Foto di Catherine Deneuve

Catherine Deneuve

1943, Parigi

"Nome d'arte di C. Fabienne Dorléac, attrice francese. Ha solo quattordici anni quando fa un’apparizione sullo schermo in La collégienne (1957) di A. Hunebelle. È presente in altri film di scarsa importanza fino a quando il regista R. Vadim, allora suo compagno, le affida una parte in Il vizio e la virtù (1963). Viso angelicato e corpo sinuoso, si trova così calata nelle vesti di una fanciulla illibata rinchiusa in un bordello nazista e schiavizzata dalle ss. Il film, che vorrebbe ispirarsi al marchese De Sade, risulta alquanto rarefatto, ma l’attrice si destreggia meglio che può nel giocare sul contrasto tra un’apparente innocenza e il fondo di viziosa sensualità del suo personaggio di adolescente costretta al sacrificio. Ottiene il primo ruolo di protagonista in Les parapluies de Cherbourg...

Foto di Stefania Sandrelli

Stefania Sandrelli

1946, Viareggio, Lucca

"Attrice italiana. La sua bellezza acerba e provocante, notata a un concorso di miss che vince a soli quindici anni, le fa ottenere un piccolo ruolo in Il federale (1961) di L. Salce. Ma il suo pigmalione al cinema è P. Germi che, prima con la seduttrice fintamente ingenua di Divorzio all'italiana (1961), poi con la giovinetta costretta alle nozze riparatrici da un padre-padrone nella Sicilia arcaica e spietata di Sedotta e abbandonata (1964), ne sfrutta appieno la spontaneità perturbante, adattissima anche alla ragazza senza qualità alla vana ricerca del successo in Io la conoscevo bene (1965) di A. Pietrangeli. Con i lineamenti moderni eppure tradizionali, la languida fisicità esibita a mo' di ironico sfottò, il broncio infantile pronto a cedere il passo a un sorriso disarmante, S. sa farsi...

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