“Una stanza tutta per sé” è un grido di battaglia che attraversa il tempo e lo combatte, propagandosi con la voce di mille donne, di quelle donne abbandonate nello sfondo, lasciate ai margini, alle cornici della storia. Il saggio di Virginia, che inizialmente si interroga sull’”effetto della ricchezza sulla mente” e sull’”effetto della povertà sulla mente”, che pensa “com’è spiacevole rimanere chiusi fuori”, che pensa “alla sicurezza e alla prosperità di uno dei sessi e alla povertà e all’insicurezza dell’altro e all’effetto della tradizione e alla mancanza di tradizione nella mente dello scrittore”, è reso estremamente importante dalla sua forza, che è la forza degli argomenti, delle stesse parole, quella che lei elogia tanto e che troppo a lungo è stata repressa, sepolta nell’anima di troppe creature come una testa schiacciata sotto un cuscino. Virginia esorta allora a lottare contro questa repressione, a dare speranza a Judith, a rivendicare i diritti e la libertà di donne come lei, a tentare di ottenere “cinquecento sterline l’anno e una stanza propria”. Mi sento di consigliare questo testo a tutti perché fa ragionare il lettore sulla disparità dei sessi e sulle differenze che ci sono tra uomini e donne. Inoltre alla fine da un grande incoraggiamento alle giovani donne e ci fa capire come siamo riuscite ad arrivare fino ad oggi ed inoltre che dobbiamo lottare sempre per avere un futuro migliore.
Una stanza tutta per sé
Dalle due conferenze sul tema "Le donne e il romanzo" dell'ottobre 1928 trae origine un saggio che raccoglie tutte le riflessioni in merito della scrittrice inglese Virginia Woolf. L'opera offre un'analisi, sotto il duplice aspetto storico e culturale, del ruolo della donna nel mondo letterario, fino a quel momento di esclusivo appannaggio maschile. L'autrice, in quello che può essere considerato il primo saggio femminista, fa luce sull'incapacità della donna di affermare se stessa poiché priva o meglio privata dei mezzi necessari, e soprattutto di "una stanza tutta per sé", metafora di uno spazio in cui dar voce alla prospettiva femminile. Ed è proprio in occasione delle due conferenze e nel luogo in cui i grandi esponenti della cultura inglese escludono le donne (le università), che la Woolf decide di ridicolizzare i letterati del suo tempo e denunciare il loro atteggiamento di chiusura verso l'universo femminile.
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