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Anno edizione: 2014
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Elsa Morante con questo libro dimostra di avere una capacità narrativa fuori dal comune. Più che un libro è un insieme di quadri d’autore descritti da un abile osservatore nei minimi particolari. La descrizione è così accurata, profonda e commovente che sia l’ambientazione che i personaggi si materializzano davanti al lettore che ne diventa parte integrante. Nulla è trascurato e la stessa attenzione data ai personaggi, è concessa al cane Blitz, al gatto Rossella, ai canarini Peppiniello e Peppiniella che partecipano agli eventi degli umani, fino a giungere alla metamorfosi di Bella che da cane si trasforma in essere umano. Numerose le frasi sulle quali riflettere, tra queste: “la vera anarchia non può ammettere la violenza. L’idea di anarchia è la negazione del potere. E il potere e la violenza sono tutt’uno” e ancora “La camera a gas è l’unico punto di carità, nel campo di concentramento”. È un libro da leggere e da rileggere.
Elsa Morante con questo libro dimostra di avere una capacità narrativa fuori dal comune. Più che un libro è un insieme di quadri d’autore descritti da un abile osservatore nei minimi particolari. La descrizione è così accurata, profonda e commovente che sia l’ambientazione che i personaggi si materializzano davanti al lettore che ne diventa parte integrante. Nulla è trascurato e la stessa attenzione data ai personaggi, è concessa al cane Blitz, al gatto Rossella, ai canarini Peppiniello e Peppiniella che partecipano agli eventi degli umani, fino a giungere alla metamorfosi di Bella che da cane si trasforma in essere umano. Numerose le frasi sulle quali riflettere, tra queste: “la vera anarchia non può ammettere la violenza. L’idea di anarchia è la negazione del potere. E il potere e la violenza sono tutt’uno” e ancora “La camera a gas è l’unico punto di carità, nel campo di concentramento”. È un libro da leggere e da rileggere.
Una straordinaria Elsa Morante ci regala uno straziante e coinvolgente affresco storico visto con gli occhi umili e impotenti di chi da sempre è costretto a subire le decisioni ciniche e spesso insensate di chi detiene il potere. Ambientato a Roma negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale questo bellissimo romanzo narra le vicende di Ida Ramundo vedova Mancuso, una modesta insegnante, di madre ebrea, che lotta per la sopravvivenza sua ma soprattutto dei suoi figli Ninnuzzo e Useppe. L' autrice racconta le difficoltà quotidiane che questa donna incontra per dar da mangiare alle sue creature, privandosi spesso essa stessa del cibo, in un paese dove i viveri scarseggiano e quel poco che c'è si compra a peso d' oro, le paure che la attanagliano dopo l' emanazione delle leggi razziali, la preoccupazione per l' incolumità del birbante Ninnuzzo, partito per la guerra come camicia nera e ritornato partigiano e di Useppe, così piccolo e indifeso in un mondo pieno di violenza. A loro si affiancano la fedele Bella, angelo custode di Useppe, l' oste Remo, leale compagno di Nino, il clan dei Mille, numerosissima e simpatica famiglia napoletana di sfollati, il saggio e coraggioso Eppetondo e l' anarchico Carlo Piotr Davide. Tutti personaggi affascinanti e ben delineati dall' autrice, ognuno dei quali affronta la vita e le difficoltà a suo modo. Su tutti però spicca Useppe, uno dei personaggi più belli della letteratura italiana, bimbo dolcissimo cresciuto in fretta senza vizi ne pretese e con una sensibilità fuori dal comune, di cui è impossibile non innamorarsi. Elsa Morante riesce nel difficile compito di trattare temi delicati senza sfociare in facile demagogia e ovvia retorica come spesso avviene quando si parla del periodo in questione, dando invece una versione dei fatti nuda e cruda senza comunque trascurare lo stile che risulta invece gradevole e scorrevole; le varie espressioni dialettali e le pronunce infantili di Useppe inoltre avvicinano ulteriormente il lettore ai vari protagonisti e rendono ancora più realistica l’ atmosfera. Questa storia è una ferma condanna a qualsiasi tipo di regime totalitario, non solo il nazifascismo. Attraverso la disillusione di Ninnuzzo e la rabbia di Davide Elsa Morante infatti bacchetta anche chi come l’ Urss ha tradito le speranze di riscatto di tanta povera gente trasformando il sogno e il progetto di una rivoluzione proletaria in una dittatura violenta e in pratica capitalista lontana dagli ideali per cui è nata e sfoga la sua delusione nei confronti di chi ha miseramente fallito sprecando l’ opportunità di costruire un mondo migliore una volta finito il conflitto. Invece è semplicemente stata sostituita un tipo di dittura con un’ altra: quella della borghesia, del capitalismo e del consumismo che non meno delle altre tende a soggiogare e schiacciare i più poveri e i più deboli.
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