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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2017
In questo romanzo, la scrittura di Joan Didion si muove sul crinale dell'ambiguità, una linea sfuggente che spacca una vita e due Americhe, negli ultimi, incendiati anni della Guerra fredda. Gli Stati Uniti opulenti e gli avamposti imperialisti nel Centroamerica. Uno spazio diviso che grazie a Joan Didion diviene spazio spirituale, teatro delle vanità in cui si dibattono esistenze lacerate, in cui scolora il fantasma di una donna e l'Occidente rivela il proprio cuore di tenebra.
«Con questo romanzo straordinario Joan Didion ha creato un mondo in cui il lettore diventa ostaggio» – Los Angeles Times
«La costante dei romanzi di Joan Didion è quella nota di disaffezione che ricorda il suo lavoro di reporter, e che crea una magia sorprendente» – The New York Times Book Review
Ci vorrebbe un montaggio da film. Campo medio su Elena. Sola sul molo dove il padre attracca. Si toglie la sciarpa e libera i capelli, umidi dell’aria densa e dolce della Florida meridionale. Cambio di scena
Un'eroina-reporter in bancarotta emotiva, un'ambientazione sospesa tra America e Centroamerica, una prosa di filo spinato, un narratore ellittico, un intrigo politico. Elena McMahon, giornalista del Washington Post impegnata a seguire la campagna presidenziale, è una figlia, moglie e madre sull'orlo di un crollo emotivo. Come tutte le donne di Joan Didion, Elena osserva il proprio collasso, insoddisfatta e in fuga perenne dal presente e dal passato: dall'orrore vacuo del quotidiano, dalla morte della madre, dalla distanza della figlia, dal padre alcolizzato, capace di mandare in frantumi la vita monocroma di Elena con l'ultimo azzardo possibile. Elena lascia il lavoro e si fa risucchiare dal vortice: un traffico d'armi, l'amore con un agente segreto; e poi il buio. In Il suo ultimo desiderio la scrittura di Joan Didion si muove sul crinale dell'ambiguità, una linea sfuggente che spacca una vita e due Americhe, negli ultimi, incendiati anni della Guerra fredda. Gli Stati Uniti opulenti – che sfilano nei rispettabili interni borghesi, tra le piscine, sui campi da tennis inondati dal sole avvolgente del Pacifico – e gli avamposti imperialisti nel Centroamerica. Uno spazio diviso che grazie a Joan Didion diviene spazio spirituale, teatro delle vanità in cui si dibattono esistenze lacerate, in cui scolora il fantasma di una donna e l'Occidente rivela il proprio cuore di tenebra.
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