Cos'è il manga Josei?
I manga Josei, noti anche come Ladies’ comics o Redikomi, rappresentano il corrispettivo femminile dei Seinen: opere pensate per un pubblico adulto, con protagoniste che vivono la propria età non come sfondo, ma come centro narrativo. È il manga delle donne, ma soprattutto delle donne che crescono, che sbagliano, che si mettono in discussione. Nati negli anni ’80 in risposta all’evoluzione del pubblico Shōjo, i Josei hanno saputo trovare una voce autonoma: più sobria nello stile, più esplicita nei contenuti, più varia nei toni. Al principio c’è la volontà di raccontare la realtà con sincerità, anche quando fa male. I Josei parlano di maternità, di corpo, di lavoro, di amore e di sessualità, ma anche di amicizia, identità, memoria, desiderio, e delle pressioni sociali a cui ogni donna è soggetta.
La forza del genere sta nella sua trasversalità: può essere drammatico (Mamma di Aoi Ikebe), provocatorio (Helter Skelter di Kyoko Okazaki), comico e surreale (Princess Jellyfish di Akiko Higashimura), o un vero e proprio romanzo di formazione (Paradise Kiss di Ai Yazawa). E può anche essere tutto questo insieme. Alcuni titoli si addentrano nei legami familiari (Our Little Sister di Akimi Yoshida), altri scavano nelle esperienze autobiografiche con una lucidità commovente (Disegna! della stessa Higashimura). Ci sono storie che affrontano la marginalità (Pink di Okazaki, Memorie di un gentiluomo di Moyoco Anno), quelle che parlano di coppie non convenzionali (I Want To Be The Wall), e persino quelle che si muovono nel territorio del boys’ love con sensibilità adulta (Il gioco del gatto e del topo di Setona Mizushiro). Non è un caso, infatti, che negli ultimi anni una parte significativa dei josei pubblicati in Giappone appartenga proprio al sottogenere yaoi, ormai riconosciuto come spazio narrativo maturo e profondamente codificato all’interno dell’editoria femminile.
Non tutti i manga con protagoniste donne, però, sono Josei. Titoli come Princess Maison di Aoi Ikebe o L’ultimo volo della farfalla di Kan Takahama, pur affrontando temi affini, sono pubblicati su riviste Seinen. A rendere un manga “Josei” non è solo l’argomento, ma il contesto editoriale e la prospettiva con cui viene raccontato. E proprio per questa fluidità, il Josei diventa spesso uno spazio aperto: una zona narrativa dove il confine tra intimo e sociale si fa sottile, e ogni lettura può essere uno specchio.
Più che un genere, il Josei è una sensibilità. E per questo continua a conquistare lettrici (e lettori) in cerca di storie autentiche, che parlano della vita senza filtri, ma con uno sguardo umano, profondo, necessario.