Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Recensioni Talvolta i fiumi straripano. Uno psicologo racconta gli allievi con DSA e BES che ha incontrato nella sua vita professionale, tra metodi di intervento, leggi astruse, emozioni, accettazione e compassione del dolore

Recensioni: 5/5
"Un allievo ha ricevuto una diagnosi di dislessia. È un ragazzo sano e intelligente; ha gli organi di senso perfettamente integri, ha sempre frequentato scuole regolari cercando di impegnarsi come poteva. Però, a 11 anni, legge 0,89 sillabe al secondo. La media è 3,69, la deviazione standard è 1,12 e quindi lui è sotto 2,5 deviazioni standard. Probabilmente leggerà tutta la vita in modo un po' più difficoltoso dei coetanei cosiddetti «a sviluppo tipico», cioè i coetanei che hanno una velocità di lettura nella media. Ma il suo problema potrebbe finire qui. Non voglio sottovalutarlo. Questo problema gli genererà momenti di stanchezza e di demotivazione. A volte un po' di sofferenza emotiva. Però potrebbe rimanere circoscritto a questa fatica e a questa lentezza nel decodificare testi. Naturalmente gli insegnanti dovrebbero saperlo, dargli una mano, consigliargli sintesi vocali e audiolibri, invitarlo a studiare su mappe concettuali ben fatte e via dicendo. Non sto sostenendo che sia facile, sto solo cercando di circoscrivere il problema e di illustrare i metodi necessari per affrontarlo. Sto cercando di fare in modo che la cosa non diventi più grossa di com'è. Ci sono due modi per farla diventare più grossa. Il primo è molto semplice: non riconoscere le sue difficoltà e lasciarlo affogare. Il secondo è più complesso: fogli, bolli, carte, salvamenti, diagnosi, codici ed etichette e alla fine si fa strada l'idea che «io sono fatto così» che si trasforma in tendenza a sentirsi meno responsabili del proprio apprendimento. Significa gettare la spugna. Due virgola cinque sillabe al secondo meno della media diventano «io a studiare non ce la faccio: tanto vale che ci rinunci». E cosi, invece dell'accettazione, arrivano il dolore e l'evitamento.")
Leggi di più Leggi di meno
5/5
Recensioni: 5/5
(1)
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore