Teatro I. Ferdinando
In una villa vesuviana in declino, poco dopo l’Unità d’Italia, si è volontariamente segregata la baronessa filoborbonica Clotilde Lucanigro, come segno di rifiuto della nuova situazione politica e sociale. Con lei la cugina povera Gesualda e il torbido prete del paese, Don Catello. L’arrivo del giovane Ferdinando sconvolgerà irrimediabilmente questo limbo ai margini di un feroce cambiamento epocale, segnato dall’avidità della nuova borghesia e dal cinismo di una nuova generazione del tutto priva di valori. In questo drammatico rivolgimento storico si inscrive la metafora delle lacerazioni identitarie – già osservate dal Ruccello antropologo e autore della Trilogia del quotidiano da camera – e della crisi della società contemporanea. Una società travolta da quella che Pasolini definiva la «mutazione antropologica» e che, assetata di beni materiali, divora il tempo, la parola, l’amore. E con essi ogni possibile felicità.
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Anno edizione:2025
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