La Fortitudo Basket Bologna sta per giocarsi gara cinque della serie finale che decreterà la squadra campione d’Italia. La partita sarà giocata al cospetto degli storici ‘nemici’ della Virtus Bologna. Questa è la cronaca della giornata nella quale si decide il campionato, una giornata vista e vissuta attraverso gli occhi di quattro protagonisti: Lupo il capitano 36enne, malandato fisicamente ma con una grande voglia di vincere. Ermete, lo storico massaggiatore della ‘effe’. Giampaolo, il vice allenatore che sta per ricevere una proposta di lavoro difficile da rifiutare e Manner, uno dei tifosi storici della curva Bianco-Blu. Il giornalista Emilio Marrese scrive un chiaro inno d’amore sia per una squadra della ‘sua’ Bologna, culla del basket italico caduta recentemente in disgrazia; ma anche un inno che si alza potente a favore della sua città; una città che attraverso le pagine di questo breve romanzo rivive in tutte le sue declinazioni: dal centro storico, ove si aggira Ermete, ai dintorni che si ergono fra colli, ove vive Lupo, e colline, ove si aggira il vice coach Giampaolo. L’epilogo delle 146 pagine è già scritto nel titolo ma ciò nonostante il lettore, preferibilmente felsineo, ma non necessariamente, potrà appassionarsi ad un romanzo fatto di basket e non solo di basket, di quel che si verifica al di la dei riflettori dorati dello sport professionistico, che non per forza sia quello che si pratica sul rettangolo verde. Un romanzo che scorre veloce tramite le parole dei quattro protagonisti e di una gara finale, la tanto attesa gara 5, che viene descritta con fare concitato e reale come se si fosse davvero al cospetto della madre di ogni gara di pallacanestro Bolognese. Al tempo stesso un inno disperato per una realtà, la Fortitudo basket, che di recente è scomparsa e della quale se ne stanno perdendo le tracce, oltre che un inno a una città centrale geograficamente ma e trasversale rispetto alla fama di Roma o alla ‘passerella’ luccicante di Milano.
