Ti amerò fino alla morte. Corrispondenza con Jean Desbordes 1925-1938 - Jean Cocteau - copertina
Ti amerò fino alla morte. Corrispondenza con Jean Desbordes 1925-1938 - Jean Cocteau - copertina
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Letteratura: Francia
Ti amerò fino alla morte. Corrispondenza con Jean Desbordes 1925-1938
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Descrizione


Il 6 luglio 1925, Jean Cocteau risponde alla lettera entusiasta di un ragazzo: «Venga a trovarmi». Il ragazzo ha diciannove anni, si chiama Jean Desbordes e, per sette anni, occuperà un posto di primo piano nella vita del poeta, sia come scrittore che come compagno di vita. Queste lettere inedite, pubblicate per la prima volta in Francia dall’editore Albin Michel nel 2023, grazie all’attenta cura della studiosa cocteauiana Marie-Jo Bonnet in collaborazione con l’archivio della famiglia di Jean Desbordes, ci fanno scoprire con inaudita chiarezza perché Cocteau lo amasse perdutamente e perché il destino di Desbordes abbia seguito un altro percorso dopo il 1933, quando il giovane intraprende un cammino che lo porterà poi a entrare nella Resistenza e a morire eroicamente, a soli trentotto anni, dopo le atroci torture subite nella caserma di Rue de la Pompe ad opera della Gestapo. Romanziere, poeta, drammaturgo, Desbordes muore «per la Francia» nel giorno del cinquantacinquesimo compleanno di Jean Cocteau, che non lo dimenticherà mai. Alla corposa corrispondenza, magnificamente tradotta da Maria Laura Vanorio e Maria Claudia Bile, si aggiungono un saggio della curatrice e la prefazione di Cocteau al saggio «J’adore» di Jean Desbordes.

Dettagli

2024
16 ottobre 2024
136 p., Brossura
9791255511014

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Jean Cocteau

(Maisons-Laffitte, Seine-et-Oise, 1889 - Milly-la-Forêt, Fontainebleau, 1963) scrittore francese. Amico di Picasso e di Stravinskij, di Apollinaire e di Diaghilev, fu una delle figure più in vista dell’avanguardia parigina nel periodo fra le due guerre. Dotato di un talento multiforme, nella sua copiosa produzione rifletté via via, e a volte anche simultaneamente, tutte le mode letterarie e artistiche di quegli anni. La sua produzione in versi, raccolta in parte nel volume Poesie 1913-1923 (Poésies 1913-1923, 1924), concilia una fantasia influenzata dai pittori cubisti con l’imitazione metrica dei poeti del Cinquecento. Le opere teatrali alternano tentativi di modernizzare gli antichi miti (Orfeo, Orphée, 1927; Antigone, 1928; La macchina infernale, La machine infernale, 1934; Bacco, Bacchus,...

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