Originariamente tesi di dottorato di Levinas, "Totalità e infinito" è tanto acerbo quanto eclettico e stimolante. Qui troviamo un fenomenologo, un etico, un epistemologo, uno storico delle idee, e tanto altro, racchiusi in una dissertazione che mantiene tutte le sue promesse. Levinas lo dice dall'inizio: le prime 100 pagine saranno incomprensibili, ma poi ci prenderete la mano. E così fu per me: se si è volenterosi, dopo 100 pagine si incomincia a capire (anche se poi, come spesso accade, è la seconda lettura che è più veritiera). Il saggio è più destinato allo studio vero e proprio che al piacere, ma se si superano le prime 100 pagine, da qualunque orizzonte venga la studiosa, lo apprezzerà certamente. Le husserliane ne andranno matte; le heideggeriane con un penchant più ottimista lo ameranno; i fenomenologi che vogliono stare più nel concreto e meno nell'astratto ne faranno un testo sacro. I marxisti meno combattivi e più dialoganti ne saranno ghiotti. Levinas ci insegna tanto: come capovolgere la storia della filosofia sulla testa, come apprezzare il passato ma distanziarcene, come imparare dagli errori storici e, soprattutto, come rendere la filosofia quello che fu dall'inizio: un'impresa etica e concreta, volta al prossimo, prima ancora di essere la pura contemplazione di idee per la quale è tristemente inaccessibile oggi.
Totalità e infinito. Saggio sull'esteriorità
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“Totalità e Infinito”, senza dubbio il più famoso dei testi di Lévinas, ha aperto un orizzonte di cui la filosofia del Novecento non ha più potuto fare a meno. Si tratta di uno dei testi di filosofia più conosciuti degli ultimi decenni e senza dubbio il più famoso di Lévinas. In questo volume del 1961 il suo pensiero trova la prima, e per certi aspetti definitiva, sistemazione. Dal punto di vista tematico è infatti un’opera conclusiva le cui tesi sono ormai diventate patrimonio comune dell’attuale panorama filosofico. La pretesa di Totalità e Infinito è la pretesa stessa del pensiero di Lévinas: non si tratta di proporre un’etica come corpus di valori, o di analizzare le conseguenze etiche di una particolare filosofia, bensì di individuare nell’etica il luogo stesso della verità metafisica, la scena del dispiegarsi vivente di questa verità. Scrive Lévinas nella Prefazione: «Senza sostituire l’escatologia alla filosofia, senza “dimostrare” filosoficamente le “verità” escatologiche – si può risalire a partire dall’esperienza della totalità a una situazione nella quale la totalità si spezza, mentre questa situazione condiziona la totalità stessa. Questa situazione è lo sfolgorio dell’esteriorità o della trascendenza sul volto d’altri. Il concetto di questa trascendenza rigorosamente sviluppato si esprime con il termine di infinito».
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Anno edizione:2023
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virgi 05 gennaio 2025Difficile ma ne vale la pena
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