Tra conservatorismo e spinte innovatrici. L'Italia da Napoleone alla Prima guerra mondiale - Lauro Rossi - copertina
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Letteratura: Italia
Tra conservatorismo e spinte innovatrici. L'Italia da Napoleone alla Prima guerra mondiale
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Descrizione


Questo libro raccoglie i più importanti saggi di Lauro Rossi, a lungo curatore presso la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma e studioso specializzato nella storia dei secoli XVIII-XX. Diviso in quattro parti, il volume ripercorre alcuni dei suoi principali ambiti di ricerca, ossia le vicende e i protagonisti dell'Italia giacobina, quelli della Restaurazione italiana, il patriottismo unitario, con particolare attenzione al caso romano, e la vicenda dei prigionieri militari nei campi tedeschi e austro- ungarici durante la Prima guerra mondiale. «Non è quello adottato da Lauro un modo usuale del lavoro storiografico: nel costruire la sua narrazione egli conferisce al testo una freschezza parlante, un qualcosa di vivo che coinvolge il lettore, lo studioso di storia oppure il semplice appassionato di vicende passate. [...] In generale, ogni documento che lo storico porta alla luce costituisce un arricchimento della conoscenza, ma se ci soffermiamo con attenzione sui documenti presenti nel libro non può sfuggire la loro particolarità, talora quasi una raffinatezza di natura storiografica, che se da un lato impreziosisce la narrazione, dall'altro ci conferma la stoffa di autentico storico di Lauro, il gusto tutto particolare che aveva per la cultura storica, e anche quanto si calasse con razionale passione dentro ciò che lo interessava» (dall'Introduzione di Paolo Bagnoli)

Dettagli

3 novembre 2020
414 p., Brossura
9788833831060

Conosci l'autore

Foto di Lauro Rossi

Lauro Rossi

1812, Macerata

Compositore. Allievo a Napoli di Zingarelli, ebbe un buon esordio in teatro con Le contesse villane (1829). Dopo l'insuccesso di un'altra sua opera, Amelia (1835), emigrò nel Messico, direttore d'una compagnia d'opera italiana e impresario. Il ritorno in patria nel 1843 coincise con la ripresa dell'attività compositiva, coronata dal successo di Azema di Granata (1846). Successivamente diresse i conservatori di Milano (1850-71) e di Napoli (1871-78). Come operista rappresentò la continuazione della tradizione rossiniana nell'Ottocento, incentrata sull'opera buffa con i suoi ritmi brillanti, gli schemi tonali classici e il bel canto convenzionale. La sua opera più famosa, I falsi monetari (1844), servì forse da modello a Un giorno di regno di Verdi. Altre opere (in tutto una trentina) furono...

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