Un thriller venato di soprannaturale che ripropone gli avvincenti personaggi messi in scena dall’autore nel suo precedente romanzo, dopo otto anni (tempo della narrazione) alle prese con un nuovo inquietante caso. Ne Le tracce rosse, edito da Lampi di Stampa con la prefazione dello scrittore Carlo Alfieri, Emiliano Pedroni racconta della misteriosa sparizione di alcune giovani donne, muovendosi su un doppio binario: l’indagine poliziesca “classica” e le inquiete investigazioni di un trio di investigatori non ufficiali, tre ragazzi sospinti dalle percezioni paranormali di Ethan, che, ancora una volta, è tormentato da “gotiche” visioni, allarmanti e via via rivelatrici. Curiosamente ambientato nella Conte di Mammos, un luogo di fantasia che evoca la provincia americana (l’autore vive e scrive nel Varesotto e si avvale di prestigiosi consiglieri scelti fra i più illustri professionisti della psicologia, dell’anatomopatologia, delle scienze applicate all’investigazione), con i suoi paesaggi dominati da una natura selvaggia e inesplorata (quella wilderness che pervade tanta produzione letteraria e cinematografica statunitense) e con il suo focus sulle avventure, anche di formazione, di tre giovani amici, Le tracce rosse rimanda, fra tutti, a un racconto-mito, il celeberrimo The body di Stephen King. La soluzione del mistero si troverà seguendo le tracce rosse, illuminate infine da un sorprendete colpo di scena.
