Un libro che si legge tutto d'un fiato. Vicenda ambientata in un periodo storico molto complesso e affascinante per diversi aspetti. Il vicecommissario Guerini incarna il tipico poliziotto ligio al dovere e fermamente convinto delle sue idee spesso controtendenza rispetto ai colleghi. Le vicende si articolano in modo molto appassionante e il finale è tutto da scoprire. Lo consiglio vivamente!
Il traduttore
Milano, 1956. L'appartamento di via Borsieri è in penombra. Ovunque sono ammassati libri. Ce ne sono migliaia, stipati sugli scaffali e accatastati per terra. Accanto alla finestra, una scrivania, anch'essa incorniciata da colonne di libri, e, dietro, quello che potrebbe sembrare un insieme di vestiti ammonticchiati alla rinfusa ma che, avvicinandosi, si svela in tutta la sua oscenità: il cadavere di Cesare Paladini-Sforza, raffinato slavista e traduttore per la casa editrice Feltrinelli. Il caso viene affidato al vicecommissario Ofelio Guerini, un'anomala figura di questurino-partigiano comunista, che capisce subito che si tratterà di un'indagine complicata. La vittima lavorava a un'opera scottante, destinata a suscitare grande clamore: un romanzo straordinario, scritto da un poeta russo inviso al regime, di cui la Feltrinelli sta preparando in gran segreto l'uscita in anteprima mondiale. "Il dottor Zivago" di Boris Pasternak. Più Guerini procede nelle indagini e alza il velo sull'affascinante figura di Paladini-Sforza, più affiorano piste inquietanti e si squadernano interessi politici internazionali. Nel cielo si addensano le nubi oscure della Storia - la Guerra fredda, la rivolta ungherese, la crisi di Suez - e attorno al vicecommissario danzano figure equivoche che cercano di condizionarlo e di orientarne le indagini. In questo labirinto, l'inquieto Guerini dovrà trovare la bussola. La Storia incombe e gli impone di scegliere: quale fra le tante storie possibili lo condurrà alla verità?
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Autore:
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fernando Conti 16 maggio 2018
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Giuditta Formichi 29 novembre 2017
La trama è una scusa per parlare di un più ampio contesto politico, dipinto con pennellate rapide ma efficaci. Il periodo è quello della guerra fredda, dell’Italia degli anni 60, delle contraddizioni tipicamente italiane, ben riassunte nel protagonista, il vicecommissario Guerini. E proprio l’analisi dei personaggi è particolarmente meticolosa, senza troppo indugiare nelle descrizioni, ma facendoci addentrare nei meandri del loro inconscio, scoprendo di loro più di quanto essi stessi non vogliano ammettere. Non manca certo l’azione, e neanche i colpi di scena, una costante suspense che ci fa sospettare di tutto e di tutti. Una trama tenuta insieme con abilità e grazie a uno stile magistrale, forbito si ma non auto compiacente. E un finale che non delude le aspettative. Insomma un thriller colto, psicologico, a metà tra romanzo letterario e storico, dove trova spazio anche la passione.
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