Tre furori - Jean Starobinski - copertina
Tre furori - Jean Starobinski - 2
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Letteratura: Svizzera
Tre furori
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Descrizione


«Tre furori. Tre notturni. Tre possessioni. Gli studi qui riuniti riguardano tutti situazioni estreme in cui, nella violenza o nell'inerzia, l'individuo subisce la legge di un potere superiore: Aiace massacra gli armenti; l'indemoniato di Gerasa urla tra le rocce e i sepolcri; la dormente si abbandona allo spavento. Tre poteri oppressivi: Atena, il demone Legione, l'incubo. Figure nelle quali è designato, delineato con chiaro tratto, su sfondo di tenebra, il nemico che toglie all'uomo la padronanza del proprio agire. Figure ostili, nate forse dall'interpretazione che diamo dei nostri stati di impotenza. Figure concepite anche dal desiderio perverso di abbandonarci a chi è più forte di noi, di affidarci a una forza sconosciuta, foss'anche malefica, e di precipitare, nera liberazione, la perdita, lasciando che si verifichi il peggio. Tre accecamenti: la nube fallace oscura la vista di Aiace; il demone rifiuta di sottomettersi al Salvatore; gli occhi della dormente sono chiusi. Gli ossessi sono individui separati: non hanno accesso alla luce. La sciagura, l'errore sta nell'aver cessato di disporre di sé nel momento in cui hanno cessato di dispone della luce. Ma le tre opere mostrano anche il ritorno doloroso e trionfante della coscienza potenziata, il rinascere del soggetto a se stesso, lo spossessamento superato. Dopo l'eclissi demenziale, Aiace ritrova se stesso alla luce di un sapere affilato che esige la morte. Reso libero, l'indemoniato riceve la missione di raccontare la propria liberazione e di diffondere il verbo che l'ha sottratto al Nemico. L'opera di Füssli è la testimonianza di una coscienza incantata ma non sgomenta: l'intelligenza si fa spettatrice dell'accecamento, vede e mostra, in un chiaro disegno, la donna con gli occhi chiusi, la vittima delle tenebre. Un nuovo sapere, una nuova parola, una nuova vista: ecco dove si giunge, quando si è traversato il furore e l'assenza. Ma occorre che le energie spese per il ritorno a sé siano forti a sufficienza. Altrimenti non si giunge in alcun luogo e il furore non è altro che un inabissarsi e un dissolversi nella notte».

Dettagli

25 luglio 2019
Brossura
Trois fureurs
9788867234615

Conosci l'autore

Foto di Jean Starobinski

Jean Starobinski

(Ginevra 1920) critico svizzero di lingua francese. Laureatosi in lettere e in medicina, è approdato alla critica letteraria dopo studi psichiatrici e psicoanalitici. Dal 1953 al 1957 ha insegnato letteratura francese all’università di Baltimora, passando poi a quella di Ginevra; collabora a numerose riviste, fra cui la «Nouvelle Revue Française» e «Tel quel». Si è rivelato una delle voci più originali della nouvelle critique con i saggi Montesquieu secondo Montesquieu (Montesquieu par lui-même, 1953) e Jean-Jacques Rousseau: la trasparenza e l’ostacolo (J.-J. Rousseau: la transparence et l’obstacle, 1958). In L’occhio vivente (L’oeil vivant, 1961) ha condotto un’aggiornata e stimolante analisi...

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