Ammetto di essere un’appassionata di Gerard Durrell. Mi ha conquistato sin dal suo primo libro “La mia famiglia e altri animali” in cui raccontava le sue esilaranti avventure a Corfù da bambino, ho poi apprezzato negli anni i resoconti dei suoi viaggi alla scoperta delle specie in via di estinzione di tutto il mondo, ora quasi per caso mi sono imbattuta in questo libro decisamente meno noto. Se conoscete già Durrell e lo apprezzate, non temete: ritroverete i capisaldi del suo pensiero ecologico, semplicemente vi divertirete a vederli declinati in un genere e con un’ambientazione per voi nuovi. In questo romanzo infatti l’autore inserisce all’interno di una vicenda romantica la sua riflessione su tutela della biodiversità e sviluppo sostenibile. Rimane invariato lo stile inconfondibile della sua scrittura, così ironico, coinvolgente ed efficace. Se non conoscete ancora Durrell, questo libro vi offrirà l’occasione giusta per scoprire un grande naturalista e un vivace intellettuale: la vicenda romanzesca vi catturerà e non vorrete mai interrompere la lettura, i suoi personaggi vi faranno ora ridere ora commuovere e riceverete il duplice dono di trascorrere piacevoli momenti di svago e al contempo di trovarvi a riflettere su questioni fondanti per il futuro del nostro pianeta.
L'uccello beffardo
Nominato funzionario dell'impero britannico sull'isola di Zenkali, Peter Foxglove non vede l'ora di raggiungere quello che tutti a Londra definiscono un autentico paradiso tropicale. Avvolta nella luce solare e sorvegliata dai coni di due vulcani, l'isola ha i colori di un arazzo variopinto cinto da un mare blu intenso e da una meravigliosa barriera corallina. La popolazione vive pacifica, nonostante l'atavica rivalità tra le due tribù dei Fangoua e dei Ginka. La flora e la fauna sono rigogliose e fonte di benessere: un'unica specie vegetale, l'albero Amela, regge l'intera economia dell'isola e dà lavoro a tutti i suoi abitanti, i quali non conoscono né tasse né catastrofi naturali. L'unico cruccio per i tranquilli isolani è l'estinzione di un uccello, l'uccello beffardo, venerato per secoli come un dio dalla tribù dei Fangoua e chiamato così per il suo richiamo simile a una risata sfrenata. Foxglove, dunque, ha di che rallegrarsi sbarcando a Zenkali con un incarico delicato, ma all'apparenza non troppo gravoso: costruire nell'isola, giudicata d'importanza strategica dai capi di stato maggiore britannici, una pista d'atterraggio. Quando, tuttavia, in un'amena valle vengono scoperti quattrocento alberi Ombu e quindici coppie di Uccelli Beffardi, accade l'irreparabile per gli irreprensibili funzionari britannici. Il re Kingy sconfessa il suo ministro furfante e si oppone alla costruzione della pista di atterraggio che prevede l'inondazione della sacra valle del volatile.
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Anno edizione:2011
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