Ultimi versi. 1938-1941. Testo russo a fronte - Marina Cvetaeva - copertina
Ultimi versi. 1938-1941. Testo russo a fronte - Marina Cvetaeva - copertina
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Letteratura: Russia
Ultimi versi. 1938-1941. Testo russo a fronte
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Descrizione


Un apparato di note ricostruisce attraverso le voci dei contemporanei e di Cvetaeva stessa le vicende che fanno da sfondo al tragico epilogo della produzione della poetessa.

«A ottant'anni dal suicidio di Marina Cvetaeva vengono ripubblicate le liriche del 1938 al 1941. In quelle parole, la disperazione e il viaggio verso la fine» - Wlodek Goldkorn, Robinson

Negli anni dell'emigrazione parigina, la produzione poetica di Marina Cvetaeva si assottiglia progressivamente. Le incombenze giornaliere, la miseria, i trasferimenti, l'isolamento, le tensioni familiari, l'impossibilità di pubblicare: tutto questo la spinge a dedicarsi alle traduzioni, unica possibile fonte di sostentamento. La situazione precipita con il rientro in patria nel giugno 1939 fino al suicidio nel 1941. Il volume raccoglie, a ottant'anni dalla morte, le poesie dei mesi conclusivi dell'emigrazione francese e quelli dei due anni trascorsi in Unione Sovietica, con testo russo a fronte. I versi emergono come iceberg dal grigiore della quotidianità, risvegliati da eventi storici o da ultimi amori, cui si accompagna il senso di una fine imminente.

Dettagli

26 agosto 2021
160 p., Brossura
9788862434270

Conosci l'autore

Foto di Marina Cvetaeva

Marina Cvetaeva

1892, Mosca

Marina Cvetaeva è stata una poetessa e scrittrice russa. Con la sua poesia e i suoi gesti andò contro qualsiasi conformismo, diventando simbolo assoluto di libertà. Figlia di un eminente filologo e di una musicista, ricevette una raffinata educazione artistica e cominciò prestissimo a scrivere versi. Nel 1911 sposò uno studente di filosofia, Sergej Efron, che allo scoppio della rivoluzione si arruolò tra i Bianchi. Nel 1922 seguì il marito a Praga e poi si trasferì a Parigi. Tornata in Unione Sovietica nel 1939, fu osteggiata dalle autorità; in preda a una profonda crisi depressiva, si suicidò due anni dopo. Dopo i primi volumi di poesie (Album serale, 1910, e Lanterna magica, 1912), ancora immaturi, serbò un lungo...

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