Coetaneo di Rinaldi ho vissuto con particolare intensità ed emozione le pagine dell'Ultimo Volo della Sera. L'uomo e la sua malattia attraversano le fasi principali dell'esistenza; dalle feste adolescenziali ai cortei del 68; dagli affetti famigliari alle travolgenti passioni di un attimo. Vero o immaginato. Le tappe e le vicende storiche di Rinaldi non sono la trama principale lungo la quale si evolve il suo libro. Semmai sono lo sfondo di mille avvenimenti nei quali il ruolo essenziale è esercitato dalle emozioni che la presenza femminile genera. La sintesi di tutto questo è Daria. Ancora: immaginazione o realtà? E'sicuramente reale il profondissimo bacio che sintetizza tutto il bisogno d'amore di Fabio/Claudio.
Ultimo volo della sera
Dentro il labirinto della sclerosi multipla che ha cominciato a consumarlo nel 1986, il personaggio che dice io ripercorre le stagioni della sua vita. Lo fa mescolando secondo una progressione non lineare gli anni della giovinezza (la famiglia cattolica, gli studi all’università, le ragazze, il vento della protesta), la formazione culturale e politica, il lavoro come giornalista, la direzione dei magazine, il presente della malattia. Il ragazzo che voleva essere un poeta come Montale e che conquistava ragazze senza fatica è ancora desto e per tutto il tempo della sua ricognizione narrativa “dialoga” con Daria, misteriosa interlocutrice, divisa fra provocazione e imperio, scomposta e controcorrente, presente sempre e assente per definizione. Sarà l’ennesima amante o è un fantasma che in realtà lo aiuta a tener legato il tempo della malattia e quello della meravigliosa svagatezza in cui è stato uomo sensibile al mondo, alla sgangherata e febbrile registrazione di eventi? Gli anni di Lotta continua, lo strappo ai tempi della morte di Calabresi, il matrimonio, il lavoro nei giornali, il riflusso, le scosse telluriche della società degli anni ottanta, i ricchi salotti milanesi, il rigore dell’informazione, l’astro dell’imprenditore Berlunesque, la fabbrica dell’obbedienza. Con sapida ironia e dolenti aperture contemplative, il narratore si chiede se il tempo della politica non sia stato altro che “un calderone enorme” in cui tuffarsi, si commuove alla morte del padre (“un rapporto che doveva esserci e non c’è stato mai”), sente la bella prossimità di un’insegnante che ha sempre creduto nella sua eccellenza. Daria deve e può continuare ad aspettare: le cose della vita, le ambizioni, i giochi della seduzione, la volontà di capire sono, alla fine di questa ricognizione, come i versi giovanili del poeta che Rinaldi non è stato, una promessa che dura in quelli che restano, per quelli che restano.
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Lingua:Italiano
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Personalmente sono convinta che l'autore non avrebbe mai pubblicato questo libro senza limare alcune esternazioni negative basate su difetti fisici dei 'nemici'. Sono cose su cui si può scherzare parlando goliardicamente tra amici, ma di certo non pubblicare come motivazioni serie di antipatie o dissensi personali-politici. Il libro è scritto benissimo, ma è piuttosto sconcertante leggerlo. È come entrare non visto in un confessionale e origliare scoprendo cose che mai si sarebbero immaginate, anche conoscendo molto bene l'autore. E non è solo mia impressione, visti anche i commenti degli amici illustri da cui trapela un imbarazzo analogo nel recensire. Non riesco a comprendere il motivo per cui la moglie e la figlia abbiano deciso di pubblicarlo. A chi giova?
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Un racconto che cambia a seconda di chi lo legge. Chi ha conosciuto da sempre l'autore farà un tuffo anche nel suo passato, con tutte le frasi, i nomi, le cose, ancorché stravolti e usati in altri contesti, che hanno lasciato un segno, in genere ridanciano, nelle nostre lontane gioventù. Altro discorso per il lettore coinvolto e annoverato tra le cose sgradevoli per l'autore. Non credo che possano apprezzarne l'ossessivo sfogo a ruota libera. Non riesco a immaginare cosa possa pensare del libro il lettore qualunque. Di sicuro un'emozione per la forza d'animo e le infinite pene nella sua orrenda malattia. E non sappiamo nemmeno se l'autore avesse avuto intenzione di pubblicarlo questo libro. Perché se così non fosse sarebbe stato più facile commentarlo: un semplice brogliaccio personale, romanzato, (così da non dare certezze assolute) per ricordare le cose che lo avevano divertito o infastidito nella vita.
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