Sono cinque i sapori che la nostra lingua riesce a riconoscere: il dolce, il salato, l'amaro, l'aspro e... il quinto sapore, che all'inizio del novecento è stato chiamato "umami" dal suo scopritore, il chimico giapponese Kikunae Ikeda. E "umami", col quale viene indicato il sapore del glutammato, in questo romanzo d'esordio della scrittrice messicana Laia Jufresa, è anche il nome col quale vengono indicati sapori della vita che non sappiamo definire con esattezza. Umami può essere la memoria che si confronta con una perdita, può essere il desiderare riportare una parvenza di vita dove alberga il lutto, può essere una nostra reazione al mal di vivere, che sia l'amarezza che ti spinge a cercare rifugio in una creatività colorata da sfumature che inventi da solo, che sia l'asprezza di un'infanzia finita troppo presto, che sia il salato delle lacrime o il dolce dei ricordi felici. Cinque sapori, cinque voci narranti, cinque vite racchiuse in una casa a forma di lingua, in appartamenti che hanno il nome proprio dei cinque sapori, cinque inizi ormai trascorsi, cinque finali che non esistono, cinque svolgimenti che si snodano all'infinito quotidiano.
Umami
Con una scrittura originalissima, Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.
«In questo libro c'è il sapore che ha la vita quando è bella da masticare.» - Michela Murgia
A Villa Campanario vive una serie di personaggi stravaganti i cui destini si uniscono, in una storia corale e piena di tenerezza. Una pittrice che inventa colori, un antropologo che parla con il fantasma della moglie, una madre che scompare, una ragazzina che sogna di coltivare mais in cortile, per dimenticare la sorellina che non c’è più. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n’è andata? Com’è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i deliziosi personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai.
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Anno edizione:2025
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Lusio 22 ottobre 2021Il sapore delle emozioni
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Ormai di romanzi con questa struttura ce ne sono moltissimi: tanti personaggi, ognuno più o meno bizzarro, una storia dolorosa e misteriosa da scandagliare e affrontare, diversi punti di vista tra cui destreggiarsi. Eppure questo è scritto con grazia e riesce a distinguersi, i personaggi non risultano strani "perché sì" e la loro anima è ben leggibile attraverso le righe.
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Reinterpetare il lutto, dargli nuovi colori e nuove voci, questo fa la Jufresa in Umami, Bellissimo, fresco romanzo, in cui tutto è vagliato dagli occhi di una bambina e di che le abita accanto. Tutti hanno perso qualcuno e tutti cercano di ripartire, nel loro ricordo, con una vita nuova. Meraviglioso il linguaggio che la Jufresa crea appositamente per questa narrazione: descrive nuovi colori, li inventa, gioca con le parole e con i lettori. Creando così un'atmosfera leggera ed in alcuni casi allegra, anche se il tema centrale è profondamente serio.
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