Libro bellissimo, forse uno dei preferiti che ho letto di Dostoevskij. Avevo un po' di dubbi inizialmente, ma devo dire che è molto scorrevole e piacevole. Al contrario di altri suoi testi, qui non ho trovato particolari punti che mi sono sembrati più pesanti rispetto agli altri. Ho riscontrato un certo legame con alcuni personaggi, la descrizione di alcune situazioni è molto riscontrabile con la nostra realtà ed è forse questo quello che mi è piaciuto di più. Come ultima lettura dell'anno posso ritenermi molto soddisfatta!
Umiliati e offesi
Quando, nel 1859, Dostoevskij ottenne il permesso di rientrare dalla deportazione nella Russia europea, aveva bisogno di qualcosa di clamoroso per riaffermare la propria posizione nel panorama letterario dell’epoca. Fu così che nella primavera del 1860 si dedicò alla stesura di un "roman-feuilleton" pieno di situazioni estreme, spregiudicate, delle quali si parlava con relativa disinvoltura, incentrate sul tema della fanciulla offesa e vittima di individui senza scrupoli. Sedotte e abbandonate: questo è il destino delle donne in "Umiliati e offesi". Ma anche maledette dai propri padri. L’occhio di Dostoevskij si sofferma ad analizzare la relazione padre/figlia, e lo fa tramutandola nel nucleo portante della narrazione: sono ben tre le coppie di padri e figlie che si avvicendano nelle pagine del romanzo, portando avanti ciascuna una linea narrativa e una modalità esistenziale che conducono a una conclusione differente. Le vicende sono tenute assieme dalla presenza del narratore Ivan Petrovic, che per tutto il romanzo si sposta frenetico da una casa all’altra, fungendo da testimone oculare e, alla fine, da vero e proprio "deus ex machina". In questa figura si manifesta il tormento di Dostoevskij, giunto al punto di svolta della propria creatività e alla ricerca di un nuovo modello di narratore.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Deb 27 dicembre 2024Bello
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Elly 06 settembre 2024Inaspettato
Ho acquistato questo romanzo senza averne mai sentito parlare, poiché appunto non è tra i più famosi dell'autore, però sento di consigliarlo, proprio perché è stata una meravigliosa scoperta. Nonostante la lunghezza dell'opera, infatti, le pagine scorrevano, la lettura era piacevole e le farsi si susseguivano rincorrendo le giornate del protagonista che ci accompagnava tra una storia familiare all'altra, tra un rapporto all'altro.
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Lugia 08 febbraio 2023Una lettura che cattura
Sicuramente non è una delle sue opere più famose, ma non per questo dovrebbe essere tralasciata. Nonostante la lunghezza, la storia scorre incredibilmente bene, con la tipica struttura dei romanzi di Dostoevskij. In umiliati e offesi abbiamo tre storie di padri e figlie, viste e sviscerate da più punti di vista, tutte diverse e tutte diversamente intense. L'occhio di analisi è quello protagonista-spettatore che funge da collegamento fra tutti i personaggi e ci permette di toccare con mano tutte le vicende. Libro super consigliato.
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