L'uomo livella e altri racconti - Paolo Dal Canto - copertina
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L'uomo livella e altri racconti
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Descrizione


"'Avete presente le bolle d’aria, quelle che si formano nella pancia e che poi fanno un male boia, quelle che nemmeno si capisce se sono nello stomaco o nell’intestino, ma ci sono e fanno male, quelle che a seconda della posizione si spostano, proprio come nelle livelle, sì, le livelle, quelle che i muratori usano per capire se un muro è dritto o no. Ecco, io ho una di quelle bolle, una bolla che a seconda di dove sono, di dove mi stendo, mi fa più o meno male, una bolla che si sposta, che misura, che mi dà la misura... Io, io sono l’uomo livella'. “L’uomo livella” è una raccolta di racconti, una carrellata di personaggi, di antieroi... C’è l’uomo livella, quello che suda, la casalinga maratoneta, ci sono Giuda e l’arcangelo Gabriele, c’è Stella, Adicius, Arimo, Estherelle... e tanti altri... e ci sono io, ci siete voi, ci siamo noi, i perdenti, quelli che non gliene va mai bene una, ma alla fine, in un modo o nell’altro, vinciamo sempre." (L'autore)

Dettagli

16 gennaio 2020
176 p., Brossura
9788832115147

Valutazioni e recensioni

  • Una scrittura che non mi aspettavo e che mi ha piacevolmente colto di sorpresa, agganciandomi subito, dalla prima frase. Una scrittura brillante, originale, intelligente, ricercata nei suoi bellissimi giochi di parole e in perfetta sintonia con i personaggi che prendono vita in situazioni assurde, insolite, bislacche. Eppure queste storie così incredibili, alla fine, ti riportano sempre ad una realtà che ti fa pensare e in cui puoi riconoscerti. Credo che ci voglia una grande sensibilità e senso dell’umano per raccontare il dolore, lo spaesamento, la solitudine, l’assurdità del vivere in modo tanto dissacrante eppure toccante, divertente e sconvolgente. Ci si perde in racconti bizzarri e imprevedibili; si ride di situazioni, di azioni, della scrittura stessa; ci si imbatte in storie e personaggi che ti prendono allegramente a portate in faccia oppure ti accompagnano con una leggerezza disarmante dentro drammi tremendi. Incredibile: assolutamente da leggere.

  • Il bello delle raccolte di racconti è che permettono agli autori di sbizzarrirsi senza rimanere ancorato ad uno stile o ad un tema per tutto il libro. Paolo Dal Canto ci consegna i suoi sogni in una spirale di folli personaggi che sudano, amoreggiano e mangiano con la nostra anima. La sua prosa è ossessiva, ma la sapiente gestione del ritmo permette di non perdere le rotelle durante la lettura. Nonostante si avventuri anche in questioni sociali molto serie, il fine ultimo delle sue parole è il divertimento, suo e nostro, ed è questo che lo differenzia da tanti autori contemporanei. Paolo Dal Canto è un autore che gioca. Speriamo non dica subito "Arimo!"

  • “In genere un libro che ti prende ti dispiace finirlo, vero? Bene, questo m’ha preso e, miseria d’una miseria, non vedo l’ora che mi lasci! … L’autore scrive guardando sempre avanti, non si preoccupa di piacere, di farsi seguire. Ha altro da fare, precursore di viaggi e di mondi, narrazioni differenti. Idee inusuali e inaudite una dietro l’altra. … È scomodo, irriverente, tagliente, ma anche ironico, visionario, dirompente. La scrittura cambia continuamente registro, così come cambiano i mondi. La costante è il controllo sapiente. Tutto regge e sta in piedi perché tenuto insieme con precisione e cura, visione. C’è molto dell’artigiano nel tagliare su misura lo stile e il ritmo di ogni racconto, nell’accostare i racconti in un tessuto più ampio, dargli forma, come un vestito che non è solo collo, dietro davanti tasca o cintura. E’ un abito, che ti accompagna nel viaggio. Tessuto che ti copre, e ti scopre. Serve grande capacità di scrittura per scrivere del caos del mondo, ordinarlo per righe, paragrafi, capitoli, racconti. Per dargli forma, sostanza, peso e leggerezza. Per lasciare le cose lì, appese e grondanti, per farle risalire dal profondo, dare voce al chiaro e allo scuro. Dare a tutto contenimento. C’è grande equilibrio, nello stare di tutte le cose del mondo, così deflagrate, forti e fragili. Vetro sottile, forme, bolle, silenzi e urla. Ogni cosa un frattale una parte finita nell’infinito. Una faccia nello specchio di dio.”

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