Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo
Ogni volta che compriamo una banana, il 45% di ciò che paghiamo va al rivenditore, il 18% all'importatore, il 19% è assorbito dai costi di trasporto, mentre alla compagnia che controlla la piantagione spetta circa il 15%. Al contadino resta meno del 3%. Evidentemente, c'è qualcosa che non va in un modello così iniquo di distribuzione, che non riguarda peraltro solo i beni alimentari. Il prezzo da noi pagato per ogni cosa, dal cibo ai beni di consumo, è sistematicamente distorto. Il mercato non riesce a valutare con equità il valore del lavoro, i bisogni delle persone, le necessità delle generazioni future. E quando i prezzi sono ancorati al nulla anziché ai valori reali siamo di fronte a un baratro. Oggi è più che mai necessario tornare alla radice dei problemi. È questo l'obiettivo del lavoro di Raj Patel: un'indagine stringente che fornisce gli strumenti per riflettere in modo nuovo sul mondo, sul valore delle cose, sul senso di ciò che facciamo. Dopo i recenti crolli finanziari è necessario tornare ai fondamentali dell'economia. È giusto ciò che paghiamo quando compriamo qualcosa? Qual è il reale valore delle cose? Quanto vale veramente il nostro lavoro?
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Edizione:2
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Anno edizione:2018
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