Jean, un giovane appena uscito di prigione per un grave delitto, sembra assente, senza obiettivi, ne con gran voglia di vivere. Conosce una vedova e quasi in modo casuale si ritrova a vivere con lei. Interessante però è proprio il rapporto fra i due protagonisti del romanzo, basato esclusivamente sulla necessità, ma non solo quella materiale. Infatti Jean e la vedova hanno entrambi le stesse ferite emotive dovute alla solitudine, alla incapacità di comunicare, al rancore e alla delusione accumulate nel corso degli anni. La voglia di riscatto per una infanzia negata fa aggrappare la vedova Couderc alle poche cose che possiede (un discreto gruzzoletto, l’uso della casa del marito deceduto, due mucche, una incubatrice per le galline e poco altro). Jean che provenendo da una famiglia ricchissima non ha subito privazioni materiali ma ha subito le stesse emozioni negative anche durante l’infanzia si aggrappa a lei per gli stessi motivi. Fino a quando succede qualcosa che turberà irrimediabilmente il loro legame/bisogno. Ambientazione perfetta, Simenon è geniale nel descrivere posti e persone.
La vedova Couderc
«La parte centrale del romanzo è sorretta dalla tensione fortissima che scaturisce dal complesso rapporto tra i personaggi e che, per fare un paragone, ricorda quella, quasi insostenibile, del romanzo Misery di Stephen King (lo scrittore prigioniero della sua ammiratrice pazza). Una situazione senza vie d'uscita». (Corrado Augias)
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Barbarachicca24 17 gennaio 2025Silenzi pieni di parole. Simenon è sempre eccezionale
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Rosolino 24 marzo 2023Umida desolazione lungo le rive del canale.
Tutti i “dur” di Simenon hanno un sapore amaro, una sorta di retrogusto che prevale su qualsiasi altra sfumatura, implacabile, non può non esserci:; è l'angoscia del vivere, quella consapevolezza che un tocco di dolce è solo inganno, effimera illusione. Arriva Jean, giovane girovago, e il microcosmo di Tati, sin li popolato di stenti, invidie, cospirazioni e agguati dei parenti del defunto marito, ritrova nuova linfa, nuovi equilibri, nuovi ruoli per nuovi progetti. Ma il passato inesorabilmente torna a condizionare le loro esistenze e quel retrogusto, giorno dopo giorno, diventa sempre più pregnante, cancellando qualsiasi altra sensazione. Pare che André Gide abbia espresso un lusinghiero giudizio su questo romanzo, a suo dire, espressione del “culmine dell'arte”.
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YMD 07 dicembre 2021
Consigliato! Simenon non sbaglia un colpo!
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