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Anno edizione: 2018
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Un’infanzia serena, una brava bambina che segue scrupolosamente le regole dei genitori, della religione e della società. Poi la crescita, l’inizio dell’adolescenza e qualcosa in quella fiducia incondizionata si rompe mostrando la realtà per quella che è, con le sue bassezze, ipocrisie, volgarità e mediocrità. ⭐️⭐️⭐️⭐️
Una lite violenta tra i genitori manda in frantumi il paradiso infantile dell'autrice, allora dodicenne, segnandola profondamente e causandole un brutale senso di vergogna. Questo evento costituisce un prima e un dopo nella vita di Annie e darà vita a una narrazione a due volti, una prima parte che descrive il mondo di Annie ed una seconda che si riferisce alla propria formazione culturale. Un lacerante dramma familiare, un trauma profondo che rimane dentro di lei e che riaffiora in una confessione spietata. “In realtà non ho rivelato nulla”, ammette la scrittrice, “se non l’evento nudo e crudo. Voglio invece ridar vita a questi episodio rimasto come congelato per tanti anni, per riuscire a togliergli quel carattere sacro di icona che avverto in me stessa (di cui è testimonianza, per esempio, la mia convinzione che fosse proprio quell’episodio che mi spingeva a scrivere, che sia proprio esso alla base dei miei libri). È da qui che Annie prende coscienza della propria diversità e del termine dell’appartenenza “alla categoria delle persone perbene, che non bevono, non si picchiano, si vestono in modo appropriato per andare in città. Potevo anche avere un grembiule nuovo a ogni inizio dell’anno scolastico, un bel messale, essere pure la prima della classe in tutte le materie e recitare le preghiere, ma ormai non assomigliavo più alle altre ragazze della classe. Avevo visto quel che non si doveva vedere. Sapevo quel che non avrei dovuto sapere e che mi collocava in maniera inesprimibile nel campo di coloro la cui violenza, l’alcolismo o il disordine mentale alimentavano i racconti che si concludevano con la frase “è veramente triste, comunque, vedere una cosa simile”.” Solito stile freddo e distaccato della Ernaux, puramente didascalico e narrativo, ma che fa sorgere riflessioni di varia natura. Esiste anche un altro libro chiamato “L’onta” pubblicato da Rizzoli - traduttrice Orietta Orel. È sempre lo stesso, cambia il titolo e la copertina.
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