La verità sulla menzogna. Dalle origini alla post-verità
«Spaziamo dal sociologico al filosofico ai casi di cronaca nera. Emerge una necessità primordiale a mentire»
Socrate, che pur si proclamava amico della verità, sosteneva essere più sapiente colui che mente sapendo di mentire rispetto a colui che è capace di dire soltanto il vero. Anticipava così di circa 25 secoli quanto è stato documentato mediante il brain imaging: una maggiore attività cerebrale in chi mente. A differenza della verità, unica, indifesa – la “nuda” verità –, la menzogna ha mille volti e un campo indefinito; essa pervade ogni ambito si vada a esplorare, da quelli più generali (storico, filosofico, morale) ai più specifici (artistico, socio-politico, dell’informazione, della salute, della scienza), compresi quelli della malattia mentale (psicologico, psicoanalitico, psichiatrico), ora plasmandola, ora dandole un contenuto, spesso interferendo con il suo decorso ed esito. Fake news, post-truth, concetti già contenuti in Platone e Machiavelli, hanno raggiunto un’estrema virulenza negli ultimi anni, grazie all’ormai universale diffusione dei social media che, praticamente senza controllo, stanno inquinando capillarmente la nostra vita sociale e politica.
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Anno edizione:2017
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In commercio dal:9 novembre 2017
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