Questo libro è un’opera unica e imperdibile, capace di offrire uno sguardo raro e autentico sulla transizione dalla salute alla malattia attraverso gli occhi del paziente stesso. In un mondo editoriale spesso dominato da prospettive mediche oggettive, Karinthy ci trascina con intensità nella sua esperienza soggettiva: il corpo che inizia a tradirlo, la mente che tenta di elaborare la diagnosi, e quel misto di incredulità e frustrazione che accompagna la scoperta della propria vulnerabilità. La scrittura è il vero punto di forza di questo libro: ironica e senza filtri, perfettamente calibrata tra chiara schiettezza e potenza evocativa. L’autore, già affermato scrittore e giornalista, dimostra una penna raffinata che lo rende un narratore avvincente e pieno di umorismo, capace di strappare un sorriso anche nei momenti più bui. Il racconto riesce inoltre a non perdere mai di vista il contesto storico, con riferimenti agli eventi, come la conquista di Addis Abeba, inoltre emerge la figura pubblica di Karinthy e le reazioni della società alla sua malattia. Le descrizioni dell’intervento chirurgico in prima persona sono un momento impressionante del racconto, un’esperienza coinvolgente che rende quasi palpabile la procedura chirurgica, come se il lettore potesse entrare nel corpo del protagonista, così come immedesimarsi nel suo iter psicologico e in ogni suo pensiero. Interessante è anche la reazione iniziale del protagonista, che rifiuta quasi d’istinto la possibilità di essere malato, in un processo che evidenzia i meccanismi di difesa umani di fronte alla paura. In sintesi, "Viaggio intorno al mio cranio" è un libro che va assolutamente letto, per il suo valore letterario e umano, per la sua rara onestà e per la possibilità di vivere attraverso la penna di Karinthy un viaggio straordinario e dolorosamente intimo nella mente e nel corpo di chi vive un’esperienza così estrema.
Viaggio intorno al mio cranio
Il fragore assordante di un treno di passaggio sorprende Frigyes Karinthy mentre, seduto al suo tavolo preferito in un elegante caffè di Budapest, è assorto nei propri pensieri. Ma non ci sono stazioni e non passano treni, nel centro della città. Il boato è in realtà una potente allucinazione. Dopo aver consultato specialisti di ogni tipo, lo scrittore scopre di avere un tumore al cervello e che un intervento chirurgico è la sua unica possibilità di sopravvivenza. E il 1936 e la neurochirurgia è in una fase pionieristica, ma di forte sviluppo. Karinthy va a Stoccolma e si affida alle mani di Olivecrona, allievo del grande Harvey Cushing. Il suo racconto dell'operazione, subita da sveglio, è - oltre che la prima testimonianza storica di questo tipo - un autentico capolavoro letterario : Karinthy flirta divertito con il presentimento della morte e trasforma il proprio viaggio negli abissi della malattia in una brillante esplorazione della natura umana. Completa il volume il racconto Catene, inedito in Italia, in cui l'autore ungherese delinea per la prima volta la celeberrima teoria dei sei gradi di separazione.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2010
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Formato:Tascabile
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Ely_312 04 novembre 2024Un punto di vista soggettivo, ironico e schietto della malattia
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