(Modena 1455 ca - Lonzano, Ravenna, 1527) poeta italiano. Insieme a Serafino Aquilano fu uno degli esponenti più noti del petrarchismo quattrocentesco; le sue rime, prevalentemente strambotti, sono caratterizzate da un abuso di metafore e bisticci, per cui si è parlato di una sorta di «secentismo» avanti lettera. La produzione volgare (eccettuati gli strambotti pubblicati sparsamente senza l’autorizzazione dell’autore) è raccolta in Opera del preclarissimo poeta messer Panfilo Sasso (1511); dei versi latini sono soprattutto noti i quattro volumi di Epigrammata (1499).