In Vivere con gli uomini Manon Garcia affronta il caso Pelicot partendo dalla sua esperienza diretta come osservatrice del processo, seguito per tre mesi in tribunale. Il libro nasce dalla necessità, sentita dall’autrice come filosofa e come donna, di raccontare ciò che ha visto e di interrogarsi sul significato profondo di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica francese. Cinquanta uomini sono stati accusati di aver violentato ripetutamente Gisèle Pelicot mentre era incosciente, con la complicità del marito. La pluralità dei profili degli imputati (diversi per età, provenienza e condizioni sociali) rende il caso emblematico e inquietante, riportando al centro il tema della banalità del male. La Garcia ricostruisce il processo attraverso fatti, testimonianze e analisi della copertura mediatica, trasformando il dibattimento giudiziario in un punto di partenza per una riflessione più ampia. Il cuore del libro è una domanda che attraversa tutte le pagine: questa violenza è il risultato di devianze individuali o piuttosto il prodotto di una cultura che continua a considerare le donne come oggetti e proprietà? La sessualità maschile descritta non viene quindi definita patologica, ma inserita all’interno di una struttura sociale patriarcale che normalizza certi comportamenti. La lettura è dura, disturbante, spesso difficile da sostenere, ma proprio per questo necessaria. Lo stile mescola inchiesta giudiziaria, true crime, riflessione filosofica e dati statistici, creando un testo lucido e incisivo che non permette al lettore di restare neutrale. Non esiste un momento giusto per affrontare questo libro, ma è una lettura fondamentale per comprendere la portata sistemica della violenza maschile e per interrogarsi, senza sconti, sulla possibilità di vivere insieme in una società davvero giusta ed egualitaria per tutti.
