Un bel libro dalla trama per nulla scontata, ambientato in un periodo storico che pochi ancora trattano nei romanzi. Piacevole compagnia durante una vacanza estiva.
Zuleika apre gli occhi
Questo romanzo non è solo uno squarcio su un periodo della storia russa, né è soltanto la storia straordinaria di un amore filiale forte come pochi nel panorama letterario contemporaneo. Zuleika apre gli occhi è la Storia nella storia, in una miscela talmente rarefatta e intensa da catapultarci fuori dal tempo, fra antichi usi, sopraffazioni radicate, una suocera-arpia, un marito-despota e Zuleika-Cenerentola. Al suo debutto letterario, Guzel' Jachina riesce nell'intento di innestare nelle spire sovietiche di una Storia devastante come fu la dekulakizzazione degli anni Trenta del Novecento (con le sue centinaia di migliaia di deportati) la piccola – banale, ma esemplare – vicenda di una donna come tante. Altrettanto difficile è credere che possa averlo fatto con una scrittura che il romanzo storico, pur se sui generis, mai aveva conosciuto. Intima e distesa, la narrazione ricorda la voce calda e profonda dei ‘fuori campo' dei vecchi film epici; sapide e affilate, le descrizioni introducono in una realtà altra nel tempo e nello spazio senza nulla concedere all'esotismo da cartolina; fresca nonostante l'argomento rovente, agile nonostante il piombo degli eventi narrati, visiva, cinematografica quasi (e dalla cinematografia viene infatti l'autrice), la scrittura offre con una leggerezza quasi straniante l'orrore di ciò che accade. In mezzo all'orrore, tuttavia, si accende una luce: quella ‘bontà illogica', quell'‘umano nell'uomo' che si ostina a sopravvivere anche là dove dell'umanità sembra non restare più traccia. Fra la neve delle lande russe più desolate si fa dunque strada un'eroina indimenticabile, degna erede delle grandi donne della letteratura russa. Pluripremiato romanzo, pubblicato in trentanove Paesi, questo libro è considerato da un'indagine recente il più famoso degli ultimi dieci anni in Russia.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Betty89 24 giugno 2025Libro compagnia
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Monik 09 dicembre 2024Un viaggio nella Storia
500 pagine di corsa, di corsa per attraversare indenni un pezzo di storia, anzi di Storia con la S maiuscola. Zuleika è piccola, di etnia tatara, ha lunghe trecce nere, occhi grandi, verdi. Vive con il marito e la suocera, è giovane e crede che la sua vita di soprusi, sofferenze e duro lavoro sia una cosa normale. Per questo, quando comincia l'era della dittatura sovietica e viene deportata, la sua "nuova" vita in Siberia non le sembrerà poi così diversa. E ancora si continua a faticare con lei, ad ogni pagina: deve sopravvivere per lei e per chi ama più della sua stessa vita. Ci sono ampie descrizioni della taiga, del fiume Angara, degli animali, degli spiriti, delle stagioni. La natura dell'immenso territorio russo è ammaliante, i paesaggi diventano quasi coprotagonisti del romanzo. Diversi sono i personaggi che accompagnano la storia di Zuleika, tutti fortemente caratterizzati, sia che si tratti di vittime della dittatura, sia che si tratti di chi fa parte del comando. Tutti, a ben guardare, cercano un modo per sopravvivere in quel periodo terribile. Ogni scelta, ogni mossa ha le sue conseguenza e alla fine verrà il tempo per guardarsi indietro e per capire se si è agito nel modo giusto.
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Il libro si apre sul paesaggi sconfinato e gelato della tajga siberiana dove una piccola e fragile donna vive ogni giorno tra un marito insensibile e rozzo ed una perfida suocera. D'un tratto, nel silenzio del bosco, la sua esistenza è stravolta completamente dall'arrivo della terribile Armata Rossa. Siamo negli anni ?30 del nostro secolo e in Russia è l'inizio dell'operazione di epurazione pianificata delle campagne da parte dello stato comunista con la conseguente deportazione dei contadini e la confisca dei loro beni. All'improvviso la vita di Zulaika si mescola a quella di milioni di altre persone nel vortice della storia mondiale. La follia del regime staliniano la costringe ad una lunga ed estenuante marcia verso il suo esili in Siberia. E qui, da questa piccola donna divenuta vedova e madre, nasce un personaggio femminile di straordinaria forza e tenacia, pieno di voglia di sopravvivere, degno di far parte della schiera delle grandi donna della letteratura russa. Accanto a lei sono tratteggiate figure tra cui quella del soldato Ignatov, personaggio complesso e sfaccettato che nello svolgersi della storia subisce una lenta e costante evoluzione. Alla fine quello che emerge dal libro è l'illogica vittoria della bontà nella sofferenza, la sopravvivenza della profonda natura umana dove sembra che di umanità non vi sia più traccia.
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