Abituati a cadere. Braccia stanche, scarpette strette e altre gioie dell'arrampicata: cosa ci insegna stare sulla roccia, un fallimento alla volta - Amedeo Cavalleri,@brocchisuiblocchi - copertina
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Abituati a cadere. Braccia stanche, scarpette strette e altre gioie dell'arrampicata: cosa ci insegna stare sulla roccia, un fallimento alla volta
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Descrizione


Le gambe tremanti, il fiato mozzo, la gioia di arrivare in catena, il vuoto nello stomaco se scivola un piede: sono sensazioni che qualunque scalatore, esperto o alle prime armi, conosce. Chi non ha mai provato ad arrampicare non si spiega come tutto ciò possa accendere una passione che parrebbe più un martirio vero e proprio, eppure quasi tutti quelli che iniziano non smettono più, incuranti dei lividi e degli insuccessi. Perché ci si fa il callo (anzi: i calli), se ci si dota di una buona dose di autoironia (e un po’ di masochismo). Perché ogni successo è una conquista che ripaga di tutti i fallimenti precedenti. Perché non si scala da soli, ed è bello accettare di aver bisogno degli altri. Perché l’arrampicata è preziosa maestra di vita quando ci mostra impietosamente i nostri limiti fisici e mentali e, allo stesso tempo, ci porta a superarli: scalare a volte fa paura, però si scala lo stesso. Chi arrampica si muove verso il cielo, però fa progressi solo chi trova il coraggio di cadere. Tra aneddoti spassosi e riflessioni personali, spiegazioni per neofiti e consigli pratici per chi già se la cava a scalare (ma magari non a cadere), Amedeo Cavalleri e il collettivo dei Brocchi Sui Blocchi sono autori di questo racconto spiritoso ed entusiasmante del mondo verticale, che è anche un manifesto dei suoi valori di condivisione, di rispetto per le altre persone e per il pianeta. È l’arrampicata divertente, di quelli “scarsi”, che si fa con gli amici, lontano dalle logiche di performatività e del successo a ogni costo che ci stanno intossicando. È un invito a risvegliare il nostro spirito ribelle, non per fuggire dalla civiltà ma per immaginarne una diversa e tentare di costruirla in armonia con la natura, in risposta alle sfide lanciate dai tempi che ci troviamo a vivere. Per provarci, riprovarci, e commettere sicuramente nuovi sbagli ma senza più paura, perché arrampicando ci saremo ormai Abituati a cadere.

Dettagli

208 p., Brossura
9791221210637

Valutazioni e recensioni

  • Kyra_747
    Non mi è piaciuto.

    Ho trovato questo libro innanzitutto incoerente, in quanto gli autori assumono una posizione dichiaratamente anti-capitalista ma basano il proprio lavoro su dei brand, che sono il marchio per eccellenza del capitalismo. In secondo luogo credo sia più corretto per i lettori presentarlo come un diario e non come un libro, questo perché la scrittura è strettamente colloquiale e ripetitiva (gli unici momenti piacevoli da leggere sono state le citazioni di altri autori nettamente più esperti e con un bagaglio lessicale completo) e soprattutto perché è scritto in prima persona, raccontando aneddoti e concetti ripresi tante volte solo per allungare il brodo. Infine, comprendo la voglia di prendere posizione per distaccarsi dall'alpinismo classico ma, a tratti, questa visione è risultata pesante e totalmente priva di contesto, confermando la teoria per cui determinate idee non sono proprie ma infuse dai social media. Per chi desidera una lettura leggera e senza sforzo forse porrebbe andare, ma nel complesso non lo consiglierei.

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