All’arme! All’arme! I priori fanno carne! - Alessandro Barbero - copertina
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Letteratura: Italia
All’arme! All’arme! I priori fanno carne!
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Descrizione

Utilizzando le cronache del tempo, Alessandro Barbero ci fa rivivere la concitazione, l’entusiasmo, la violenza di quelle giornate in cui una massa di persone decise che il futuro così come lo vedeva non gli piaceva e provò a cambiarlo.

«Alessandro Barbero prende la rincorsa e lo fa, non a caso, partendo dai cosiddetti “secoli bui”, per arrivare a riflettere su due concetti che sono andati ripetendosi ciclicamente nel corso della storia fino ai giorni nostri: la rivolta e la rivoluzione.» - Elsa Manes


Arrivano completamente inaspettate. Durano pochissimo, talvolta solo qualche settimana, poi vengono represse. Ma in quel poco tempo succedono cose tali da rimanere per sempre incise nella memoria collettiva. Sono le rivolte popolari. La storia, almeno nell’ultimo millennio, è tutta punteggiata da momenti critici in cui una massa di persone decide che il futuro così come lo vede non gli piace, e prova a cambiarlo.Il Medioevo non fa eccezione: anche allora non sono mancati movimenti insurrezionali che nel loro sviluppo iniziale non sembrano affatto distinguibili dalle più travolgenti rivoluzioni moderne. In particolare nella seconda metà del Trecento se ne sono concentrati così tanti da costituire un’anomalia. Alessandro Barbero racconta proprio le più spettacolari fra queste insurrezioni. Per molto tempo gli storici hanno visto nel loro fallimento non solo la prova che i rivoltosi non avevano nessuna possibilità di riuscire, ma che non perseguivano neppure un obiettivo consapevole. Nulla di più falso: i rivoltosi sapevano quello che stavano facendo, avevano rivendicazioni precise e si battevano consapevolmente per realizzarle.

Dettagli

3 ottobre 2023
176 p., Rilegato
9788858152577

Valutazioni e recensioni

  • Rachele
    Barbero una garanzia

    Chi segue i vari interventi o podcast del "magister" Alessandro Barbero non troverà niente di nuovo perché il tema è un argomento che lo storico ha trattato lungamente nei suoi incontri. Ma anche se non sono fatti nuovi riesce comunque a "ammaliare" con il suo modo di scrivere.

  • Renzo
    Troppe parole

    Fin dall’inizio a Barbero preme precisare che c’è una differenza di sostanza fra rivolta e rivoluzione, poiché la prima è il tentativo di sovvertire l’ordine costituito, mentre la seconda è il risultato positivo dell’azione di rimozione con la forza dell’ordine precedente. Inoltre, tiene a evidenziare il perché le rivolte nel Medioevo si siano concentrate negli ultimi anni del XIV secolo e per far questo discute ampiamente di questi eventi, vale a dire nel 1359 la Jacquerie in Francia, nel 1378 i Ciompi a Firenze, nel 1381 l’insurrezione inglese e nel 1386 la rivolta dei Tuchini nel Canavese. Il tema trattato è di indubbio interesse perché cerca di spiegare i motivi per i quali dei moti popolari si siano conclusi in un insuccesso, onde così comprendere quelli che invece hanno consentito un sovvertimento dell’ordine costituito con effetti di lunghissimo periodo, quali la rivoluzione inglese del seicento, quella americana e francese del settecento e, se pur con una durata di molto inferiore, quella russa del 1917. Per far questo e per cercare di rendere più comprensibile il suo elaborato Barbero si avvale della non indifferente sua capacità affabulatoria, ma, a mio parere, in questo caso esagera, infarcendo le pagine di un numero ridondante di notizie tale che è facile che chi legge perda il filo del discorso. Non contesto le indubbie capacità dello storici piemontese, ma in tutta franchezza ho avuto l’impressione che fra tanti eventi e particolarità degli stessi abbia finito pure lui per perdersi. Ciò non toglie che l’opera abbia motivo di interesse, ma resta il fatto che non ci troviamo il fronte all’Alessandro Barbero che ben conosciamo, la cui chiarezza di esposizione prima non era mai venuta meno.

  •  Serena
    Come sempre Barbero non delude

    Ho letto tutti i libri del Professore e anche questo, come gli altri, non ha deluso le mie aspettative. Interessante e scorrevole, un piacere leggerlo

Conosci l'autore

Foto di Alessandro Barbero

Alessandro Barbero

1959, Torino

Scrittore e storico italiano. Laureato in Storia Medioevale con Giovanni Tabacco, nel 1981, ha poi perfezionato i suoi studi alla Scuola Normale di Pisa sino al 1984. Ricercatore universitario dal 1984, diventa professore associato all’Università del Piemonte Orientale a Vercelli nel 1998, dove insegna Storia Medievale. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia non solo medievale. Con il romanzo d’esordio, Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo, ha vinto il Premio Strega nel 1996.Collabora con La Stampa e Tuttolibri, con la rivista "Medioevo", e con i programmi televisivi ("Superquark") e radiofonici ("Alle otto della sera") della RAI. Tra i suoi impegni si conta anche la direzione della "Storia d'Europa e del Mediterraneo" della Salerno Editrice. Tra i suoi...

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