Personaggi incisivi. Si legge tutto d un fiato.
Un'allegria di troppo
Opera tutta tesa a scoprire come, facendosi male, si è sempre provato un bene sconfinato, Un’allegria di troppo unisce vitalità e disperazione, riso e tenerezza, confessione e letteratura.
Mi ero illusa che sulla ruota degli inganni fosse più facile stare al mondo.
Com’è possibile conciliare un’allegria irrefrenabile con un dolore lancinante? La protagonista di questo romanzo-memoir riesce nell’impresa, mentre tenta di sfuggire con “un’allegria di troppo” alla tragedia della sua vita. Calcando le orme di scrittrice di sua madre, ritrovando la vicinanza tra due donne fuori dai canoni, “Chicca” disegna lo spazio di libertà che lei, Luisella Fiumi, la femminista cresciuta sotto la bora triestina, aveva perduto sino a non saper più vivere. Nata per prima, la sorella gemella di Francesca, Anna, è prediletta dalla madre e bravissima in tutto, mentre Chicca sente che i genitori avrebbero desiderato per secondo figlio un bambino, a partire dal suo nome, che scelgono dalla linea maschile della famiglia – e quella “O” mancata sarà per lei a lungo uno specchio da attraversare. Francesca, la scatenata, la “cinciallegra”, manifesta subito il suo talento: le parole, quelle che fanno ridere e poi tutte quelle che sanno captare i desideri degli altri. Perché il suo desiderio è soprattutto tenersi aggrappata alla vita. La agguanta avida e impudente, ci gioca con una leggerezza che nasconde il dolore, colleziona uomini attraenti ma emotivamente distanti, seduce e abbandona. Però che significa quella smania camminando sul vuoto di un irreversibile abbandono? Significa, alla fine, mettersi a nudo, con il coraggio di farlo per sé, e per sua madre, e forse per le sue figlie: con una voce forte, matura, commovente.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Edoardo 30 dicembre 2024Una sorpresa
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Gianna 25 settembre 2024Romanzo pretenzioso e riuscito a metà
"Un'allegria di troppo" di Francesca Tumiati è un'opera che si propone di esplorare il contrasto tra gioia incontenibile e dolore profondo. Un tema affascinante, senza dubbio, ma che purtroppo non trova piena realizzazione in questo romanzo d'esordio. Lo stile di Tumiati rivela una notevole padronanza linguistica, ma tende spesso all'eccesso. La prosa, ricca di virtuosismi, finisce per ostacolare la fruizione del testo anziché arricchirlo. Ci si trova di fronte a periodi elaborati e immagini ricercate che, pur dimostrando l'abilità dell'autrice, rischiano di allontanare il lettore anziché coinvolgerlo emotivamente. Nonostante le buone intenzioni, il romanzo non riesce pienamente a catturare la complessità emotiva che si propone di esplorare. La narrazione procede per episodi che, pur avendo momenti di interesse, non riescono a costruire un coinvolgimento profondo e duraturo.
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