Un thriller più che un giallo, trama che si presterebbe bene per un classico film dove c’è un serial killer molto temibile a chi si da la caccia e che riesce sempre a colpire. Si legge molto velocemente e d scritto molto bene con piu personaggi a prender la voce. Consigliato
Nessuno vuole ammetterlo, ma a Bologna c'è un assassino seriale: è l'Iguana, che assume di volta in volta l'identità delle sue vittime, per sfuggire alle "campane dell'inferno" che gli risuonano nelle orecchie. Tocca a Grazia cercare di prenderlo, e più delle sofisticate tecnologie che usa, le servirà l'intuito e la capacità di ascolto di Simone, cieco dalla nascita. Mentre cacciatore e preda si scambiano continuamente i ruoli, vediamo la scena ora con gli occhi attenti e ansiosi di Grazia, ora con lo sguardo febbricitante e doloroso dell'Iguana, o la percepiamo come un concerto di suoni e di voci, un complicato e fantastico arabesco mentale, quando la soggettiva è di Simone. E la città che così prende forma sotto i nostri occhi, fitto reticolo di trame e di ossessioni, è insieme la sorprendente megalopoli italiana che si stende su tutta l'Emilia, e anche il teatro magico dove tutte le storie possono accadere. Un thriller nervoso e impeccabile, una storia d'amore e solitudine, una scrittura che sa dosare tensione emotiva e colpi di scena.
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Edizione:2
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Anno edizione:2007
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Gazza 01 settembre 2022consigliato
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CRIS TRIDELLO 28 novembre 2017
Probabilmente ho letto “Almost Blue” al momento sbagliato. Per come è scritto, per come è narrato e per il mondo in cui è collocato il libro di Lucarelli ha la massima resa se letto in età universitaria (intorno ai 19-25 anni). La storia narra di un serial Killer che, a bologna, uccide studenti universitari assumendone poi l’identità. A indagare sarà Grazia Negro, affiancata da Simone, un ragazzo cieco che conosce i suoni di bologna e ha sentito la voce dell’assassino. Ho letto il libro a quarant’anni suonati, conoscendo il Lucarelli televisivo (sia presentatore, che sceneggiatore) e in “Almost Blue” a volte non potevo fare a meno di immaginare l’autore che mi parlava con la stessa enfasi che utilizza in Dee Giallo o in “Le Muse Inquietanti (giusto per citare due tra le trasmissioni condotte dall’autore). Ma questo è un mio problema. Il problema del libro, invece, è in una trama a volte troppo ingenua (specie se paragonata ai thriller di autori – diciamocelo – più capaci) e a personaggi (specie i poliziotti) che si comportano in modo stereotipato e stupido. Ho, invece, molto apprezzato il personaggio di Simone, specie come è stata resa la sua cecità e il modo in cui interpreta i suoni. In definitiva penso che “Almost Blue” sia un buon romanz(ett)o di genere, che si legge veloce e a tratti piacevole che, però, di certo non brilla per innovazione.
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Dove sono i personaggi? Un testo narrativo si compone di personaggi. In questo libro vengono accennati, un vero peccato. Molto interessante la tecnica descrittiva dei suoni e del mondo percepito da un ragazzo non vedente, ma il non aver lasciato spazio ai personaggi ha decisamente penalizzato quella che si prestava a essere una bella storia. C'è tensione, ma manca quel di più che rende indimenticabile un libro, magari semplice, ma indimenticabile. Peccato.
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