E' un libro originale e intrigante. Parla di luoghi molto, molto fuori mano (la Patagonia dell'ottocento, le Ande degli inca, le città coloniali, un west inedito), di storie d'amore intense e insolite, di banditi e tutori dell'ordine, di fughe e rincorse, di cantanti e opere. Le storie, le atmosfere, i personaggi, gli accenni sono tanti, collegati tra loro da un filo sottile ma solido. Due elementi fra tutti: la musica come linguaggio universale e il sogno come visione, energia, spinta vitale. Senza parere la tensione nel libro va crescendo, fino al gran finale davvero sorprendente e sinfonico. L'ho letto in pochi giorni e mi è già venuta voglia di rileggerlo. E' scritto benissimo, con leggerezza e profondità insieme: forse proprio questo è il suo pregio più grande.
Amori, altopiani e macchine parlanti
Viani Carrara attraversa la Patagonia e gli altopiani andini con una lunga carovana di muli carichi dei primi grammofoni e dei dischi di Caruso. Incontra bandidos yanquis, amori, villaggi di adobe, salotti aristocratici e un Maestro che dirige l’orchestra del Lago Tititcaca. Ripartiranno insieme verso il Grande Spettacolo. È il primo Novecento, giorno più giorno meno.
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Anno edizione:2020
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MASSIMO DI FELICE 16 ottobre 2009
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