Un bel libro della memoria vissuto attraverso gli occhi di una figlia al capezzale della madre in una calda giornata dell'estate milanese. Gli anni del nostro incanto sono quelli degli anni 60, del boom economico e delle stragi terroristiche, dell'inizio del benessere economico e l'inizio del malessere sociale. Forse perchè c'ero, ho apprezzato lo stile nostalgico della rievocazione
Gli anni del nostro incanto
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Una domenica di aprile, una Vespa, a Milano, negli anni Sessanta: un padre operaio, una madre parrucchiera, un figlio di sei anni e una bimba che non ne ha ancora compiuto uno. Vengono dalla periferia, sembrano presi dall'euforia del benessere che ha trasformato la loro cronaca quotidiana in una vita sbarluscenta. Qualcuno scatta una foto a loro insaputa. Vent'anni dopo, nei giorni in cui la Nazionale di calcio italiana vince i Mondiali di Spagna, una ragazza si trova al capezzale della madre che improvvisamente ha perso la memoria. Il suo compito è di ricordare e narrare il passato, facendosi aiutare da quella foto. Prende così avvio il racconto di una famiglia nell'Italia spensierata del miracolo economico, una nazione che si lascia cullare dalle canzoni di Sanremo, sogna viaggi in autostrada, si entusiasma con i lanci nello spazio dei satelliti americani e sovietici, e crede nel futuro, almeno fino a quando non soffia il vento della contestazione giovanile e all'orizzonte si addensano le prime ombre del terrorismo. Dopo la strage di piazza Fontana finisce un'epoca favolosa e ne comincia un'altra. La città simbolo dello sviluppo industriale si spegne nel buio dell'austerity, si sporca di sangue e di violenza, mostra il male che si annida e lascia un segno sul destino di tutti. Giuseppe Lupo ci racconta il periodo più esaltante e contraddittorio del secolo scorso – gli anni del boom e quelli di piombo – entrando nei sogni, nelle illusioni, nelle inquietudini, nei conflitti di due generazioni a confronto: quella dei padri venuti dalla povertà e quella dei figli nutriti con i biscotti Plasmon.
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Autore:
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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PGP 13 luglio 2025INCANTO DI UN TEMPO PERDUTO
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Bibi 28 maggio 2025Un giro in Vespa tra le strade di un racconto familiare
Sin dalla prima pagina sono salita su quella Vespa e mi sono lasciata trasportare da Vittoria nel vento di Milano, accanto a quelle case e a quelle piazze che erano impregnate di una storia familiare che si intrecciava con gli anni sbarluscenti dell’Italia e con il loro successivo tramonto. Mi sono ritrovata nella fuga verso Milano e nella successiva domanda “che ci siamo venuti a fare a Milano?”; mi sono ritrovata nelle nostalgiche vacanze estive in quei luoghi immutabili che profumano di infanzia e che esercitano in noi “emigrati”, nonostante tutto, una inspiegabile attrattiva; ho ritrovato nel rapporto padre-figlia, descritto con una dolcezza femminile disarmante (spero mi perdoni questa caratterizzazione), quell’amore unico che ogni figlia femmina (ed io sono tra queste) prova per l’uomo che vorrebbe accanto per tutta la vita, quell’amore fatto di momenti di intimità tra padre e figlia che sono racchiusi in un giro in Vespa, in un bagno al mare o in un gelato in pieno inverno. La sensibilità di tocco della scrittura è stata travolgente. Sentimenti e storie forti narrati con una delicatezza che il lettore pare solo sfiorarlo, ma in realtà gli scava così tanto in profondità da lasciare i solchi di una storia che, senza accorgersene, diventa la sua. “Gli anni del nostro incanto” ha questo potere incantatore che non ti lascia mai staccare gli occhi dalle pagine
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