Libro bellissimo, ricco di passione. Passione per i classici, per lo studio, per una donna e per ....non vado altro per non svelarVi la punta di "giallo" che De Giovanni è riuscito ad intrecciare a tanto amore.
L'antico amore
Maurizio de Giovanni ci accompagna dentro tre storie parallele, dove i personaggi si rivelano figli di un solo destino, e sembrano cercarsi e riconoscersi, e infine conoscere noi.
«Dovrei dirvi che quel deliberato ridimensionamento era un omaggio alle poetiche greche e a Callimaco. Potrei dirvi che quel nugae è un dato tecnico, per la brevità dei componimenti e per i metri utilizzati. Dovrei dirvelo, ma non ve lo dirò.»
«Con L'antico amore De Giovanni firma un libro riuscito e ambizioso, capace di spaccare in due il cuore del suo pubblico. Proprio come sanno fare i grandi scrittori.» - Francesco Musolino, Il Messaggero
Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all'amore di una donna che l'ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di una ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore.
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Anno edizione:2025
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Stefania 25 giugno 2025passione
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Baghy 15 maggio 2025L’amore, quando è amore, che meraviglia e che tormento
Ho adorato questo romanzo di un genere assolutamente inedito per Maurizio De Giovanni. Le storie del Vecchio, del professore e del poeta sono di una dolcezza struggente. Io peraltro ho apprezzato pure Oxana. Ha una sua profondità nel libro, che si rischia di sottovalutare. Non è tanto il tema del romanzo che sconvolge comunque. È il modo con cui se ne parla. L’amore è raccontato con una tenerezza e un tormento tali che a tratti nella lettura si perde la percezione di se stessi. Il cervello fisicamente prende il posto del cuore e viceversa. Lo stomaco ti sale spesso in gola, dopo essere stato preso a cazzotti rigeneranti. Se lo si leggesse in una giornata ventosa, le lacrime si diffonderebbero ovunque e contribuirebbero a risolvere il problema della scarsità d’acqua estiva di molte aree. De Giovanni ha la preziosa e rara dote di empatizzare non solo coi suoi personaggi, ma con le persone in carne e ossa. Le conosce e ha la curiosità di conoscerle non per giudicarle, ma perché hanno tutte una loro dignità intoccabile. L’amore descritto nel libro è tanto sbagliato, quanto necessario. Perché unico, non rinunciabile, totalizzante, vitale e disperato. Unico piccolo neo il finale. Il colpo di scena è un po’ telefonato forse e non credibile al 100% Ma probabile ci abbia prestato più attenzione, perché il colpo di scena l’aveva preannunciato alla presentazione a cui ho assistito.
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Bruno Izzo 28 marzo 2025Lectio magistralis
Amare è un verbo che si declina in vari modi, in tutti i tempi, con tutti i generi. Letteralmente e in ogni senso, non solo in relazione alle regole della grammatica: l’amore nasce, cresce e volge al termine con tutte le declinazioni possibili e immaginabili. “L’antico amore”, l’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni, è una lectio magistralis, un colpo da maestro, una deliziosa, incantevole ed elegante dissertazione sul sentimento principe dell’esistenza di tutti noi, descrive alla perfezione quella struggente sensazione di affetto intenso basato sull'attrazione, cui segue l’innamoramento, e infine l’intenso desiderio di unione fisica ed affettiva verso un’altra persona. Perché l’Amore è un sentimento che unisce due persone. Due. Non una. Ma si fa in tre. Si snoda attraverso un percorso di appartenenza, non si possiede il soggetto del proprio amore, gli si appartiene. E nell’appartenersi, sprigiona energia, innesca all’improvviso temporali, che fanno paura, certo, con i fulmini, i tuoni, il fragore, ma è lo stesso un fenomeno meraviglioso, l’amore questo è, il ricordo dolce di una tempesta. Non è il sole, non è un’immagine sdolcinata di cieli azzurri e passeri in volo, l’amore non è felicità: è un motivo. L’unico essenziale per sentirsi vivo. Il finale del romanzo è struggente, spiazzante, sconcertante, eppure estremamente logico. Direi commovente in modo spontaneo, naturale. Dell’amore non serve dire neanche il nome.
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