Atti di sottomissione

Esordio potente e scomodo, questa storia autobiografica è «il contrario dell’amore», è la ricerca disperata dell’approvazione altrui come tentativo definitivo di mettere a tacere tutto quello che Nolan non ama di se stessa. Al centro del romanzo c’è la relazione tossica che nasce tra lei e Ciaran dopo il primo incontro in una galleria d’arte, e che però si intreccia a tanti altri comportamenti autolesionisti ed eccessivi che sono manifestazione del suo rifiuto per se stessa, in un quotidiano fatto di freddezza e indifferenza da parte di lui. La dipendenza affettiva che ne deriva è frutto del bisogno d’amore mai soddisfatto, della necessità di costanti attenzioni e rassicurazioni, dell’urgenza di arrivare a lui e non riuscire mai ad avvicinarglisi del tutto; ed è autoalimentante. Oscillando continuamente tra l’essere niente e l’essere troppo senza mai essere abbastanza, lei compie una serie di atti di sottomissione (o di disperazione, per citare il titolo originale) in un crescendo di ossessione, umiliazione e violenza, non sempre voluta e consensuale. Quello che davvero mi è piaciuto di questo libro è l’onestà con cui Nolan descrive certi atteggiamenti e pensieri, senza falsa retorica, senza giustificazioni a posteriori e senza fare il gioco delle colpe: in estrema sintesi, senza cadere nel vittimismo. Pur riconoscendo che il contesto in cui è cresciuta può aver influenzato certi comportamenti, Nolan si assume la piena responsabilità delle scelte fatte senza chiedere comprensione o solidarietà a nessuno, con la consapevolezza che quelle scelte avrebbero potuto essere diverse, eppure non lo sono state.

“Atti di sottomissione” è un libro che parla di un rapporto tossico, di due vite autolesioniste, ma soprattutto racconta una protagonista sola nel suo dolore, la quale non trova un modo per avere un confronto se non con il suo corpo. Una trama nata per essere intima e sensibile, piena di dolore ma che non sono riuscita a percepire, non sono entrata in connessione con la protagonista, anzi, la storia mi ha infastidito e non vedevo l’ora di terminarla. La scrittura è scorrevole, ma l’ho trovata fredda e un po’ impersonale, non mi ha trasmesso le emozioni, le sofferenze, la tristezza e il dolore che stava provando la protagonista, l’unico sentimento che ho provato è stato il disagio, mio nei confronti di tutta la storia.

Una storia necessaria, intensa, delicata. Per tutto quello che ci circonda, per quello che può accaderci, per quello che è l’ideale di amore che ci appartiene o che può appartenere a chi vogliamo bene. “Atti di sottomissione” è un racconto reale di quelli che sono i meccanismi di una relazione tossica, di cosa si nasconde dietro una dipendenza affettiva. Titolo da non perdere!