matteo colonna
10 maggio 2018
Secondo me la Kincaid non riesce a fondo a compiere l'impresa che desiderava con questo libro per qualche verso affine a L'Arte della Gioia. Racconta di come una giovane orfana, reietta, mai amata e anzi spesso maltrattata e sfruttata, riesca a sopravvivere rifugiandosi in sè, nei propri odori e nella masturbazione, di come imparando ad abortire consolidi la propria identità. Tutto molto bello, scritto con maestria, ma io l'ho trovato noioso, prevedibile, già detto. Del resto se qualcuno non avesse mai sentito parlare della miseria è da questo libro che dovrebbe iniziare, perché è forte e puro. Una voce che è difficile fermare.
