Forse il caso più avvincente della serie. Colpi di scena fino all'ultima pagina tra un misto di complotti che hanno radici negli anni di piombo e amori impossibili.
Ballando nel buio. I nuovi casi del commissario Balistreri. Vol. 5
1974. Sono gli anni di piombo, e Mike "Africa" Balistreri è un ventiquattrenne idealista e pieno di rabbia. Studia all'università e si mantiene insegnando karate in una palestra frequentata dall'estrema destra romana. Insieme a Ringo, Benvenuti e Boccino milita in Ordine nuovo, fino allo scioglimento per decreto dell'organizzazione. Crollano allora molte convinzioni di Africa: poter cambiare il mondo facendo a botte coi rossi e la polizia, distinguere nettamente i traditori dai traditi, capire quale tra le due ragazze che frequenta è quella giusta. Sarà una P38 a dividere definitivamente i loro destini. 1986. Nel giorno in cui la mano de Dios di Maradona affossa gli inglesi ai mondiali, la mano della P38 abbatte Ringo, il vecchio compagno di militanza che ha fatto carriera nella Dc. Michele Balistreri, ora commissario della Omicidi, viene chiamato a indagare, nonostante il suo coinvolgimento personale nel caso. Una lunga scia di sangue lo riporterà sul ciglio di quell'abisso del 1974. I nemici che deve affrontare sono tanti, e il peggiore è Africa, quel ragazzino che il Balistreri adulto ha sepolto sotto un cumulo di alcol, tabacco, donne e cinismo. Ma quando l'odio e l'amore si risvegliano e le due ragazze di allora - quella giusta e quella sbagliata - si riaffacciano nella sua vita, non può più voltarsi e fuggire. Per individuare l'assassino dovrà guardare in faccia Africa e il suo passato, mettere in discussione molte delle sue certezze, e capire finalmente che «chi nella sua vita non ha creduto e amato almeno una volta disperatamente e inutilmente, morirà senza aver mai davvero conosciuto la vita e l'amore».
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Stefano 03 gennaio 2025Amore e pallottole
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ormos 20 aprile 2023
Costantini ha nuovamente messo in scena una incalzante, magistrale rappresentazione del commissario Michele Balistreri, protagonista di tutti i suoi libri ed in particolare della Trilogia del Male, a cui questo romanzo è intimamente collegato. La narrazione, come sempre, si svolge su due livelli temporali differenti, i cui contorni diventano via via più sfumati fino ad una completa osmosi. Il Balistreri degli anni ’70 è un ragazzo dall’aria maudit, animato dalla convinzione di cambiare il mondo lottando contro tutto e contro tutti per l’affermazione dei valori e princìpi nei quali crede. La maturità reca con sé disillusione ma anche razionalità e pragmatismo, e questo, nella metà degli anni ’80 (anzi più precisamente in pieno Mundial Mexico 86), porta Balistreri a passare la barricata ed a lottare per gli stessi valori di allora ma nelle vesti di coloro che una volta avversava, i servitori dello Stato. Ma il passato non si cancella e il caso nel quale è coinvolto a causa del suo lavoro finirà per coinvolgere (di più: travolgere) lui stesso, la sua famiglia, la sua vita, costringendo il più mite Michele ad una strenua lotta interiore con gli slanci di “Africa”, e riaprendo inaspettatamente un capitolo drammatico degli anni in cui ha vissuto in Libia (di qui l’indispensabile lettura della Trilogia). Ancora un libro magistrale per Costantini, che sta disegnando una saga complessa ed estremamente articolata, realistica e credibile, nella quale trovano posto la politica, la mafia, il terrorismo, la corruzione, così come l’amore e le debolezze umane. Un autore che ha creato dipendenza e del quale attenderò con pazienza il prossimo romanzo.
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Questa volta il protagonista dei libri di Costantini torna nei luoghi della sua adolescenza, costituendo il perno centrale di uno dei romanzi più "impegnati" dell'autore. Oltre alle tematiche già presenti nei gialli precedenti, come l'amore, l'odio, la rabbia, la parte più cupa e nascosta dell'Italia, qui si trattano anche temi politici con un'imparzialità assoluta e una visione d'insieme che sa catturare tutto il male delle dieviazioni e degli estremismi politici, sia di destra che di sinistra. Balistreri non ha perso la sua vena "maledetta" (coeretemente con la sua storia che conosciamo, trovandoci tra il 1974 e il 1986), eppure resta sempre un antieroe con un proprio codice morale. Difficile amare il protagonista, ma impossibile odiarlo. Romanzo consigliato per chi ha amato lo stile tipico del duplice filo temporale, da evitare per chi non apprezza questa tipologia di intreccio.
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