Kenneth Branagh attinge ai suoi ricordi d'infanzia per narrare le vicende di una famiglia nordirlandese all'indomani dello scoppio dei "Troubles", i disordini (ma, più correttamente, la guerra civile) che videro contrapposte per quasi un trentennio la comunità protestante e quella cattolica nordirlandesi. Belfast è lo scenario principale di questa spaccatura. Il film adotta il punto di vista del piccolo Buddy, che vede messi in crisi, con lo scoppio dei conflitti, i legami familiari e sociali che fin lì hanno protetto la sua infanzia
Scritto e diretto dal candidato al premio Oscar Kenneth Branagh, BELFAST è una commovente storia di amore, risate e perdita nell'infanzia di un ragazzo, tra la musica e il tumulto sociale della fine degli anni '60.
Venditore:
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Regia:
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Interpreti:
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Anno:2021
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Produzione:Warner Bros, 2022
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Distribuzione:Terminal Video
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Durata:98 min
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Chiara M. 07 gennaio 2025
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Claudia 02 gennaio 2025“ You’re Buddy from Belfast 15”
“Belfast” narra le vicende di una famiglia protestante operaia, immersa nella nube letale del conflitto nordirlandese di fine anni sessanta tra comunità cattolica di stampo nazionalista e repubblicano e protestanti dell’Ulster, unionisti e lealisti. Il conflitto settario si impone con forza dirompente sulla scena, influenzando e guidando l’andamento della vicenda. Al centro di quest’ultima c’è Buddy, un bambino di nove anni, che vive in un quartiere popolare di Belfast (Ulster) con la sua famiglia. I contorni del nucleo familiare di rilievo appaiono sfocati e proiettati verso la totalità del quartiere, che si configura come un quartiere-mondo, nel quale convivono pacificamente le due future fazioni del conflitto. Belfast è accogliente, avvolgente e totalizzante. La fotografia che viene restituita è volutamente ingenua e infantile perché la maggior parte della narrazione assume lo sguardo di Buddy, a partire dall’interpretazione della realtà come estremamente categorizzata in aggregati dicotomici, fino alle scelte di regia per quanto riguarda l’inquadratura che è sempre “a metà” rispetto alla globalità ed estensione di luoghi ed edifici. A squarciare l’utopia è l’attacco, nell’estate del 1969, di un gruppo di lealisti protestanti ad abitazioni e proprietà dei cattolici, nel quartiere della famiglia di Buddy. La brutalità del conflitto dilania la quotidianità e gli animi degli abitanti. Nonostante le misure preventive, il sogno d’infanzia appare ormai lacerato e l’unica via di fuga sembra essere l’abbandono del quartiere. E’ danzante l’intreccio dei piani della realtà: il primo, bianco e nero, autentico, impregnato di accadimenti; il secondo invece che si staglia, ricco di colori, contro la patina angosciosa del primo e si esplica nel cinema e nel teatro. L’arte è stridente, è urlo disperato al futuro, speranza e ricongiungimento tra fantasie e desideri del passato e consapevolezze e sogni per l’avvenire. Di assoluta originalità è la proposta di due finali.
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