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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2022
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Questa è la storia di un grande famiglia ed è la storia di tutti noi. Una famiglia veneta si ritrova a dover fare una scelta obbligata, lasciare la propria terra, i propri animali e le proprie radici per andare nell'Agropontino, terre bonificate e in bonifica durante il fascismo perchè è l'unica possibilità per avere un proprio potere e poter permettere ai figli di fare la loro strada. Nonostante sia un libro molto forte e crudo, non mancano i momenti ironici e di spirito. A volte ci sono delle parti in dialetto veneto, ma devo dire da piemontese non ho avuto alcuna difficoltà a comprendere. Una lettura consigliata a chi vuole comprendere cosa ha mosso tante gente ad aderire al fascismo. Una risposta cruda e fredda, ma forse molto vera.
Canale Mussolini racconta la storia della bonifica dell'Agro Pontino vista con gli occhi di una famiglia contadina proveniente dalle sovrappopolate campagne venete, i Peruzzi, fascisti fino al midollo.Il libro mi è piaciuto molto. Lo stile usato da Pennacchi è particolare, perchè riesce a coniugare perfettamente italiano e dialetto, gerco contadino e riflessioni storiche in un insieme che, nonostante tutto, non lo rende pesante al lettore. Si potrebbe contestare la bonarietà con cui viene raccontato il fascismo, ma in reltà alla fine si capisce quanto questa ideologia si rivelerà debole e condizionata soprattutto dalla condizione di miseria della classe contadina. Non puoi fare a meno di affezionarti a questa famiglia allargata e alle loro vicissitudini. Premio Strega meritatissimo.
Romanzo centrato sulle bonifiche Pontine, viste attraverso una famiglia patriarcale, contadina e fascista. Io personalmente non sono d’accordo con il giudizio espresso dal narratore su tanti fatti della storia italiana di quel periodo, o meglio, non sono d’accordo sulla bonarietà del giudizio verso il regime fascista, tuttavia lo stile narrativo è piacevole, la lettura è avvincente, la ricostruzione storica è valida ed il premio Strega per la narrativa è meritato. E ‘ la saga dei Peruzzi dagli anni della Prima Guerra mondiale alla Liberazione dal nazi-fascismo. I Peruzzi sono una famiglia patriarcale, fascista ed affamata, di Codigoro, provincia di Ferrara, che viene mandata in Agro Pontino, provincia di Latina, a bonificare e a coltivare la terra. Questo è il cuore del romanzo. Molto interessante è la descrizione della vita contadina, di come si faceva il pane in casa, di quando non c’era il gabinetto nelle case, di come si onoravano i morti, del rito dei filò (andare per poderi a chiacchierare, la sera), insomma di usi e costumi del mondo contadino. Il cuore del romanzo, come dicevo, è il periodo delle bonifiche e della vita in quelle aspre terre, descritte tuttavia con l’entusiasmo di chi, grazie a quelle terre bonificate, potrà sfuggire alla fame, anche se il raccolto dovrà essere consegnato al fascio, razionato. Una prima parte del romanzo, tuttavia, descrive la vita della famiglia Peruzzi nella sua precedente residenza in Codigoro, Ferrara, a partire dalla prima guerra mondiale. Lo scrittore, in diversi passaggi, è decisamente fazioso, privilegiando un punto di vista piuttosto parziale; ad esempio, i “rossi” violenti ed i “neri” che rispondono alle loro violenze e nel romanzo l’ascesa del fascismo è descritta come una conseguenza del biennio rosso (quello degli scioperi ad oltranza nelle fabbriche); in realtà l’ascesa del fascismo è stata il risultato di molte cause, ma la principale è l’errore politico e tattico di Giolitti e del suo governo. Al di là dell’impronta ideologica della famiglia Peruzzi, ossia del narratore, emerge uno spaccato di vita e civiltà contadina, tra i poderi delle terre bonificate dell’Agro Pontino, ora provincia di Latina. Ma, essendo quello il periodo, viene raccontata anche la guerra in Abissinia, ma dal punto di vista degli esaltati invasori; descrive le stragi fatte per volontà del Duce, ma le giustifica, secondo me in maniera eccessiva. Poi, ci sono le vicende della Seconda guerra mondiale, la resistenza dei coloni alle forze anglo-americane, per paura che togliessero loro le terre e invece la sorpresa per gli aiuti alimentari e la disinfestazione delle terre malariche, con il loro DDT. Romanzo storico consigliato a chi vuole conoscere la storia dell'Agro Pontino attraverso una lettura avvincente ed intrigante.
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