Questo è il libro giusto per chi è alla ricerca di un autentico autore americano, sintetico ma profondo. Con una narrativa stringata McCarthy riesce lo stesso a farti astrarre e perdere tra le pianure e le praterie del Texas e del Messico, quasi a poterne sentire l'aridità. Queste fanno da sfondo alla storia di un piccolo gruppo di ragazzi alla ricerca della loro identità e forma tra panorami immensi. Il cavallo, fedele e necessario sarà il testimone silenzioso di una grande avventura.
Cavalli selvaggi
Vincitore del National Book Award 1992
Texas, 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla frontiera e più in là al Messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito. Attraverso la vastità di un territorio maestoso e senza tempo, i due cowboy, cui si aggiunge il tragico e selvaggio Blevins, intraprendono un viaggio mitico che li porterà fin nel cuore aspro e desolato dei monti messicani. Qui la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi e gli occhi di Alejandra possono "in un batter di cuore sconvolgere il mondo". Con una narrazione che all'asciuttezza stilistica di Hemingway unisce la ritmicità incantatoria di Faulkner, McCarthy strappa al cinema il sogno western e lo restituisce, con sorprendente potere evocativo, alla letteratura.
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca 30 dicembre 2024Autentico
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Ema_ 19 agosto 2024Avventura e amore
Cormac McCarthy è, probabilmente, il più grande scrittore di western di tutti i tempi. Probabilmente, solo perché il genere è vasto e i gusti personali. Cavalli selvaggi, romanzo splendido che apre anche i libri successivamente raccolti nella Trilogia della frontiera, è una delle sue opere che più mi è rimasta nel cuore. La storia dei due giovani cugini che dal Texas vanno in cerca di fortuna ed avventura in Messico, avvince da subito e tiene bel salda l'attenzione del lettore grazie a quegli elementi classici del genere, virati sempre, però, in una direzione che lascia spazio all'introspezione e alla ricerca del senso dell'esistenza e della propria parabola vitale che ogni volta accompagna i romanzi di McCarthy. Una certa centralità dell'elemento amoroso non è altro che la classica ciliegina sulla torta di un romanzo non solo raccomandabile, ma, nella sua dimensione, perfetto. Consigliatissimo.
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Libri Senza Gloria - blog pop nerd 03 dicembre 2023Non è un paese per giovani
"Cavalli selvaggi" (1992) di Cormac McCarthy è il primo romanzo della Trilogia della frontiera. Un lungo romanzo di formazione e d'avventura su due giovani cowboy, John Grady Cole e Billy Parham, ambientato principalmente lungo il confine tra Texas e Messico. Il viaggio mitico di Cole e del suo migliore amico dovrebber portarli, nella loro immaginazione, a toccare con un dito il sogno western: un passato nobile e, forse, mai esistito, dove la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi. Quello che non prevedevano è di incontrare il male, insito nella natura di tutti gli uomini e in ogni tempo. Lungo il percorso si unisce a loro (nella prima parte) il tragico e selvaggio Jimmy Blevins: tredicenne dal passato misterioso e la mira infallibile. A destinazione (nella seconda parte) trovano invece un paio di occhi che possono "in un batter di cuore sconvolgere il mondo": Alejandra è la figlia del ricchissimo proprietario del ranch dove i due trovano lavoro come cowboy esattamente come speravano. John inizia con lei una relazione clandestina... Del resto questo libro convinse per il romanticismo, finora inedito nei lavori di McCarthy, che andava a contrastare il nichilismo per il quale era conosciuto. Cavalli selvaggi demolisce l'immagine iconica delle grandi praterie cui siamo abituati. I suoi protagonisti viaggiano senza meta, attraversano spazi aperti, finiscono in un paese senza padroni, a domare cavalli e a farsi domare dalle donne: sono i due cowboy i veri cavalli selvaggi evocati dal titolo, punto di contatto tra un passato morente e il western della civiltà moderna...
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