"Che tu sia per me il coltello" è un libro d’altri tempi, ma è anche un libro di sorprendente attualità. Sentimenti profondi e dialogo fra anime vengono affidati alla corrispondenza epistolare, che sia fatta di carta e inchiostro o di lettere elettroniche…poco cambia. Le sensazioni trasmesse al lettore sono fortissime, si riesce quasi a viverle: l’attesa per la mancata risposta ("mi trovo in una situazione un po' stupida perchè c'è sempre la possibilità che, per qualche motivo, tu abbia deciso di non rispondermi e sparire"), la forza emotiva delle parole ("devo raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da qualche parte (...) ci sono parole che ti appartengono a tal punto! (...) Non avevo mai immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere eccitante come il primo contatto con il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, i capelli e i nei"), l’angoscia per la “ghigliottina che calerà" e l’incredulo sgomento per l’inesorabile interruzione unilaterale di quel legame di per sé improbabile e precario. Molto viva, in ultimo, è la “com-passione” che si prova come immedesimazione nel dolore di lei, Myriam, personaggio autentico e forte, generoso e puro. Il finale aperto e concitato, quasi staccato dal tenore del libro e molto diverso da quel finale apparentemente già scritto sin dalle prime pagine, può lasciare un po’ perplessi, perché quella “illusione (…) fatta solo di parole scritte”, quel dialogo senza fisicità e senza voce sembrerebbero destinati a rimanere confinati al di fuori della realtà e ad interrompersi improvvisamente per rivivere solamente nella memoria dei due protagonisti. Una lettrice
Che tu sia per me il coltello
In un gruppo di persone, un uomo nota una donna sconosciuta che sembra volersi isolare dagli altri. Yair, commosso da quella che egli interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli con imperiosa delicatezza una inaspettata svolta interiore¿ Romanzo avvolgente e "impudico" di uno dei più grandi autori contemporanei, Che tu sia per me il coltello mostra a ognuno di noi quanta strada e quanto coraggio occorrano per arrivare a toccare con pienezza l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.
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"Che tu sia per me il coltello" è un libro d’altri tempi, ma è anche un libro di sorprendente attualità. Sentimenti profondi e dialogo fra anime vengono affidati alla corrispondenza epistolare, che sia fatta di carta e inchiostro o di lettere elettroniche…poco cambia. Le sensazioni trasmesse al lettore sono fortissime, si riesce quasi a viverle: l’attesa per la mancata risposta ("mi trovo in una situazione un po' stupida perchè c'è sempre la possibilità che, per qualche motivo, tu abbia deciso di non rispondermi e sparire"), la forza emotiva delle parole ("devo raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da qualche parte (...) ci sono parole che ti appartengono a tal punto! (...) Non avevo mai immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere eccitante come il primo contatto con il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, i capelli e i nei"), l’angoscia per la “ghigliottina che calerà" e l’incredulo sgomento per l’inesorabile interruzione unilaterale di quel legame di per sé improbabile e precario. Molto viva, in ultimo, è la “com-passione” che si prova come immedesimazione nel dolore di lei, Myriam, personaggio autentico e forte, generoso e puro. Il finale aperto e concitato, quasi staccato dal tenore del libro e molto diverso da quel finale apparentemente già scritto sin dalle prime pagine, può lasciare un po’ perplessi, perché quella “illusione (…) fatta solo di parole scritte”, quel dialogo senza fisicità e senza voce sembrerebbero destinati a rimanere confinati al di fuori della realtà e ad interrompersi improvvisamente per rivivere solamente nella memoria dei due protagonisti. Una lettrice
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Riccardo Ramaglia 11 dicembre 2011
Myriam, tra una folla, con gesti semplici e impercettibili sembra volersi isolare dagli altri, catturando così l’attenzione di Yair, il quale sorpreso decide di incominciare con lei un rapporto a distanza,libero da qualsiasi catena, basato sulla scrittura di lettere, grazie al quale con grande pazienza e coraggio riusciranno a conoscersi, mostrarsi all’altro senza alcun pudore, donandosi anche i segreti e le emozioni più nascoste, e si toccheranno l’anima provocando un brivido che accompagnerà sempre le loro giornate, facendoli sentire vicini. La scrittura, quindi, sono il mezzo con il quale i due personaggi scopriranno l’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani e la sensualità e l’affetto che trasmettono le parole.
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