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Il grande Clint non ne manca una! Un grande film. Geniale. Necessario per capire il valore del film sarà non perdersi anche Flags of our father, film speculari che solo Eastwood poteva essere così folle da realizzare!
Il miglior film del 2006, che meritava un pò più attenzione da parte di tutti, ha pagato sicuramente lo scotto del molto più pubblicizzato e deludente "Flags of our fathers", che parte dallo stesso episodio (Jwo Jima) e dalla stessa idea (scavare nell'animo e nei pensieri di un soldato). Un vero peccato, perché i due film sono completamente diversi sia nella trasposizione che nel risultato finale: un salto di tre categorie, un vuoto che viene creato e riempito dalle parole di una madre che ti accomunano al tuo peggior nemico o da quei gesti di umanità che spingono la tua mente ed il tuo cuore oltre il colore di una divisa, facendoti immediatamente riconoscere quello spirito di uguaglianza e fratellanza di cui spesso ci si dimentica ma che è dentro di noi, incastonato nella nostra anima. Dopo il passo falso fatto con "Flags of our fathers", Clint Eastwood ritrova, quindi, lo stesso tocco magico degli ultimi due capolavori che ci aveva regalato ("Mystic River" e "Million Dollar Baby"): con Paul Haggis ha formato una coppia imbattibile destinata a rimanere nel firmamento del cinema... Azzeccatissime (se non obbligatorie) le scelte della lingua originale e di tutto il cast che è stato assolutamente all'altezza della situazione perché non è affatto vero, come si è detto da più parti, che il solo Ken Watanabe regge il film. E' stato, infatti, grazie a tutti loro che quei soldati, caduti uno dopo l'altro come quelle lettere, hanno rivissuto e rivivono negli occhi umidi dello spettatore... Voto: 10.
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