Alberto Vanolo è Professore associato presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dove insegna Cities and Globalisation e Geografia Politica ed Economica e genitore e compagno di Teo, una giovane persona autistica che qualcuno abilisticamente definirebbe di "livello 3" (come se l'autismo fosse un gioco dove se guadagni abbastanza mana passi di livello). Il testo si dipana tra paradigma della neurodiversità (che non viene affrontato proprio correttamente, ma di questo ho avuto modo di confrontarmi con l'autore), la categoria sociale di neurodivergenza, il situazionismo, la psicogeografia e il detournement. Se ritengo il testo poco interessante quando spiega, seppure brevemente, l'autismo, lo trovo stimolante quando affronta la tematica della città, dello spazio urbano, dell'esperienze psicogeografice di Teo. Vanolo, attraverso il racconto della sua esperienza e di quella di Teo, smonta diversi stereotipi, delude molte aspettative (per fortuna) e dipinge, senza usare il blu, una città autistica che potrebbe essere, proprio perché autistica, migliore per tuttǝ. Da aggiungere a qualsiasi bibliografia consigliata nonostante il paradigma della neurovarietà sia trattato in modo confusionario (ma tenetene conto quando lo leggerete al fine di non apprendere concetti errati e uso inappropriato di termini).
La città autistica
Alberto Vanolo offre una serie di proposte provocatorie per la città autistica, una sorta di manifesto con principî generali per immaginare realtà urbane più semplici e sostenibili, non solo per chi vive una condizione di neurodivergenza.
Che cos'è una città «autistica»? È uno spazio per immaginare e sperimentare modi diversi di intendere le diversità, incluse quelle neurologiche, anche al di là del linguaggio delle categorie, delle diagnosi e delle disabilità. Il mondo ha bisogno di città del genere: «autistico» non va inteso in senso peggiorativo e la condizione di neurodiversità può offrire molto per progettare città più vivibili e aperte. Costruire realtà urbane migliori significa anche sovvertire le categorie morali e i linguaggi comunemente associati all'autismo.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Roberto 18 febbraio 2024Offre ottimi spunti ma è lacunoso sul tema del paradigma della neurodiversità
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