Federigo Tozzi (1883-1920). Ha un'infanzia difficile in quanto la madre muore presto e il padre è un uomo violento e non perde occasione per denigrarlo, infatti Debenedetti parla di castrazione psicologica. Personalità insicura, timorosa. Tutto questo influenza tutta la sua vita: non riesce a diplomarsi. Dopo la morte del padre inizia a collaborare con le testate giornalistiche ed incontra Pirandello e Borgese. Con gli occhi chiusi è stato pubblicato nel 1919 ed è stato scritto in dieci anni. Sotto un certo punto di vista traspare la variante verista: lavora in campagna e c'è la tragedia di fondo. Il protagonista (alter ego di Tozzi) è schiacciato dalla figura paterna. Ama una fanciulla che non lo ricambia. La ritroverà, in seguito, con il pancione, nell'intento di prostituirsi; li Pietro (il protagonista) apre gli occhi per la prima volta. Gli occhi chiusi del titolo alludono a questo momento. Lui, è un personaggio inetto che rappresenta la crisi identitaria; altri personaggi tipici Tozziani hanno tratti animaleschi ad esempio le espressioni del viso.
Con gli occhi chiusi. Ricordi di un impiegato
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Sono due tra i maggiori romanzi di Tozzi ed hanno al centro lo scontro con la famiglia: quello di Pietro con suo padre, nel primo romanzo; quello di Leopoldo con la famiglia, nel secondo. Una lotta tra due mentalità inconciliabili: una che impone le proprie ragioni con la violenza e una che cerca la via della liberazione. Questo volume, preceduto da una prefazione di Gianni Celati e curato da Ottaviano Cecchi, è corredato da un'ampia documentazione biografica e bibliografica e può essere un'utile chiave per entrare nel mondo di Tozzi. Prefazione di Gianni Celati.
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Edizione:7
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MarioM35 11 dicembre 2024Tozzi e i tratti animaleschi
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Ilaria13 22 novembre 2021Bello
"Con gli occhi chiusi" - E' un romanzo in cui troviamo nuovamente la figura dell'Inetto, Pietro, che nasce con questo odio e disinteresse verso la vita e verso la sua stessa famiglia (la quale se lo merita anche). Coltiva l'ossessione per Ghìsola, una povera contadina furba, falsa e manipolatrice che alla fine, però, verrà scoperta riuscendo a far "Aprire gli occhi" a Pietro. "Ricordi di un Impiegato" - Breve e malinconico come il protagonista, che non riesce proprio a socializzare e trovare la serenità. A lavoro verrà trattato con disprezzo da chiunque ma, nonostante questo, non concluderà niente, scapperà altrove portandosi questa incapacità di stare al mondo
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Un giovane insicuro e sognatore "castrato" da un padre padrone violento si innamora della contadinella di facili costumi a servizio nella trattoria del genitore. Il periodo è quello dell'inizio 900 e l'ambientazione è tra Firenze e Siena. È una storia cruda e cupa resa quasi asettica dallo stile asciutto e pessimista dell'autore che usa periodi e dialoghi brevi. Tozzi è un efficace paesaggista proietta il lettore in un ambiente illuminato da una penna viva e pittorica. La storia è abbastanza opprimente, latita nella parte centrale, lenta e un po’ farraginosa, nel compenso riprende nel finale con le ultime tre o quattro pagine di grande intensità.
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