Il contratto sociale
«L’uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.» Da questa rivoluzionaria affermazione, e da altre non meno innovatrici – si sostiene, ad esempio, che chi governa deve essere al servizio dello Stato, e che nel popolo risiede il potere sovrano dello Stato stesso – prende l’avvio questa «operetta» che ha esercitato un’azione decisiva nell’evoluzione del pensiero politico e morale del mondo moderno. Pubblicato a Parigi nel 1762, Il contratto sociale contiene infatti in nuce i principi ispiratori dell’odierna democrazia e delle nuove formule che regolano il rapporto dei singoli fra di loro e, soprattutto, nei confronti della collettività. Attraverso una costruzione di linguaggio e di pensiero caratterizzata da un’estrema chiarezza ed essenzialità, il grande filosofo svizzero-francese suggella quindi, in modo personalissimo, il tramonto degli assolutismi e preannunzia la nascita di quella nuova coscienza politica che troverà in Kant il proprio teorizzatore.
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Anno edizione:2018
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