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Le correzioni - Jonathan Franzen - copertina
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correzioni

Descrizione


Vincitore del National Book Award 2001

Un grande romanzo che si legge d'un fiato, ricco di umorismo e umanità e al tempo stesso duramente critico verso la società contemporanea e i suoi pochi, incerti valori.

«Jonathan Franzen ha costruito un romanzo formidabile con la materia ricchissima che affiora dalla coscienza di un matrimonio, di una famiglia, di una cultura, la notra. E lo ha fatto con partecipazione ed esuberanza, assoggettando il suo caustico temperamento moderno a un'ampia e generosa visione»Don DeLillo

«Lo si sentiva nell'aria: qualcosa di terribile stava per succedere». Enid e Alfred Lambert trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda a sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un «ultimo» Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell'America del dopoguerra, attenti a «correggere» ogni deviazione dal «giusto». Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all'università per «comportamento sessuale scorretto»; Denise, chef di successo con una vita privata, secondo i canoni dei Lambert, molto discutibile. Il temporale annunciato spazzerà via molte cose di valore ma ne restituirà altre più limpide. Un grande romanzo che si legge d'un fiato, ricco di umorismo e umanità e al tempo stesso duramente critico verso la società contemporanea e i suoi pochi, incerti valori. Impossibile non riconoscere che i Lambert siamo noi: in un momento della nostra vita, in qualsiasi luogo del primo mondo.

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Dettagli

2
2014
Tascabile
21 febbraio 2014
604 p.
The corrections
9788806219550
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

St. Jude

Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l'intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Neanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un'asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l'odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini.
Le tre del pomeriggio erano un'ora pericolosa nei sobborghi gerontocratici di St. Jude. Alfred si era svegliato nella grande poltrona blu in cui di era addormentato dopo il pranzo. Aveva finito il suo pisolino e il prossimo notiziario locale iniziava soltanto alle cinque. Due ore vuote erano una fistola che generava infezioni. Si alzò a fatica, raggiunse il tavolo da ping pong e si mise in ascolto di Enid, ma non la sentì.
In tutta la casa risuonava un campanello d'allarme che nessuno poteva udire eccetto Alfred e Enid. Era il campanello d'allarme dell'ansia. Era come uno di quei grandi dischi di ghisa muniti di battaglio elettrico che spedivano in strada gli scolari durante le esercitazioni antincendio. Suonava da così tante ore che ormai i Lambert non udivano più il messaggio "campanello che squilla" ma, come quando un rumore prosegue ininterrotto finché non si riescono a distinguere i diversi suoni che lo compongono (o come quando si fissa una parola finché non si trasforma in una sequenza di lettere morte), udivano invece i rapidi rintocchi del battaglio sulla cassa di risonanza metallica, non una nota pura ma una sequenza granulosa di percussioni con uno strato superficiale di toni acuti e lamentosi; suonava da così tanti giorni che ormai rimaneva sullo sfondo, tranne certe volte, la mattina presto, quando uno dei due si svegliava in un bagno di sudore e si accorgeva che un campanello squillava nella sua testa da tempo immemorabile; suonava da così tanti mesi che il suono aveva ceduto il passo a una specie di metasuono, il cui volume dipendeva dal battito ritmico delle onde di compassione ma dal molto, molto più lento variare della loro consapevolezza del suono stesso. E questa consapevolezza era particolarmente acuta quando anche il clima era di umore ansioso. Allora Enid e Alfred - lei inginocchiata ad aprire cassetti in sala da pranzo, lui in contemplazione del disastroso tavolo da ping-pong nel seminterrato - si sentivano entrambi sul punto di esplodere dall'ansia.
L'ansia dei buoni sconto, in un cassetto pieno di candele dai raffinati colori autunnali. I buoni erano tenuti insieme da un elastico, e Enid si stava rendendo conto che le loro date di scadenza (spesso allegramente cerchiate in rosso dal produttore) erano passate da mesi, perfino anni: che quei cento e passa buoni, il cui valore totale superava i sessanta dollari (potenzialmente centoventi al supermarket di Chiltsville dove valevano il doppio), erano tutti scaduti. Tilex, sconto di sessanta centesimi. Excedrin PM, sconto di un dollaro. Le date non erano nemmeno vicine. Le date erano storiche. Il campanello d'allarme stava suonando da anni.
Ricacciò i buoni in mezzo alle candele e chiuse il cassetto. Cercava una raccomandata che era arrivata qualche giorno prima. Alfred aveva udito il postino bussare alla porta e aveva gridato, - Enid! Enid! - così forte che non l'aveva sentita strillare a sua volta, - Al, vado io! - Alfred aveva continuato a chiamarla a gran voce, avvicinandosi sempre più, e poiché il mittente era la Axon Corporation, 24 East Industrial Serpentine, Schwenksville, Pennsylvania, e poiché c'erano alcuni aspetti della situazione della Axon che Enid conosceva e che sperava Alfred ignorasse, si era affrettata a ficcare la lettera da qualche parte a pochi metri di distanza dalla porta d'ingresso. Alfred era emerso dal seminterrato strepitando come un mezzo cingolato, - C'è qualcuno alla porta! - e lei, sempre a un volume piuttosto alto, aveva replicato, - Il postino! Il postino! - e lui aveva scosso la testa davanti alla complessità della situazione.

Valutazioni e recensioni

Giovanna
Recensioni: 4/5
♥️

Romanzo molto interessante per il punto di vista adottato dall'autore nell'esplorare le dinamiche familiari. Il punto di vista, completamente neutro ed esterno, mette il lettore di fronte a molti dilemmi. Il lettore, infatti, si trova a dover giudicare da solo se quanto narrato sia "giusto" o "sbagliato". Questo, a mio parere, offre la possibilità di riflettere più approfonditamente sulle strane vicende raccontate. Il punto centrale del romanzo sono le correzioni. La famiglia deve correggersi rispetto all'immagine che vuole trasmettere, i figli devono correggersi in base agli ideali e alle discussioni dei genitori, i genitori devono correggersi in base alle richieste e i comportamenti dei figli. Il modo in cui tutti si orientano verso questa correzione sembra quasi allontanarli dall'accettare chi sono realmente e modificare cosa sbagliano realmente. Si tende a nascondere le cose sotto il tappeto e a correggere solo l'apparenza. I tre figli della famiglia Lambert vivono vite e vicende quotidiane particolari, estremamente normalizzate da loro stessi e dalla neutralità dell'autore. Questo mette il lettore nella condizione di coglierne la complessità e la difficoltà. L'autore permette al lettore di costruirsi, poco alla volta e a volte lentamente, un'idea completa dei meccanismi e del perché dei comportamenti della famiglia e dei singoli membri. Questo aspetto è affascinante. Il modo in cui vengono affrontate e trattate le problematiche psicologiche riflette l'importanza che viene data a questi temi nei tempi recenti. Il disagio mentale non è accettato, è da combattere, è da correggere. Anche se non è l'elemento trattato, è l'aspetto che ho apprezzato di più e che ho colto maggiormente. Si è catturati dalla frenetica ricerca della correzione del difetto: ma che punto si può arrivare? Chi riuscirà davvero a correggere sé stesso e la famiglia? I figli e la madre correggono tutti in modi diversi, mentre il padre, Alfred, sembra essere il meno attivo in questa dinamica, ma è davvero così? Il romanzo è affascinante e scorrevole, nonostante la sua lunghezza di 600 pagine. Tuttavia, in alcuni punti, la narrazione non è fluida e alcune pagine lasciano il sospetto di non aver compreso appieno gli eventi. Alcune vicende vengono lasciate in sospeso, mentre il concetto di correzione viene portato a termine in modo comprensibile. Il fatto di lasciare in sospeso molti eventi e sfaccettature mi ha lasciato un senso di insoddisfazione. Alla fine, mi sarebbe piaciuto sapere di più su questa famiglia.

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Anna
Recensioni: 5/5
Un libro eccezionale

Un libro incredibile, che è riuscito a farmi commuovere come pochi altri. L'abilità di Franzen sta nel farti immedesimare e nel farti sentire le ragioni e i sentimenti di ciascun personaggio, in un modo che ti porta a sentirti parte di loro e ad amarne ogni sfaccettatura. Franzen scrive di persone vere, di situazioni di vita vissuta e di condizioni quotidiane; e nel fare ciò riesce a trattare una gamma vastissima di tematiche... Se volessimo sminuire questo romanzo si potrebbe relegare a un mero racconto familiare, ma la verità è che mette in luce una quantità enorme di problematiche e di sentimenti umani. La malattia -e con questa il suicidio come via di scampo-, la depressione, la performatività sul lavoro e il rifugio che si trova in esso, il senso di oppressione... un libro che, insomma, non potrà fare a meno di strapparvi una lacrima.

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 Alice
Recensioni: 5/5
Franzen è come pochi

Unico

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Recensioni

4,32/5
Da leggere assolutamente
Recensioni: 4/5
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Jonathan Franzen

1959, Western Spring

Jonathan Franzen è uno scrittore statunitense. Pubblica regolarmente racconti e saggi su «The New Yorker» e su «Harper's». È autore di numerosi libri, tutti pubblicati in Italia da Einaudi. Tra questi ricordiamo: i romanzi Le correzioni (2002), La ventisettesima città (2008), Forte movimento (2004), Libertà (2011), Purity (2016), Crossroads (2021); le raccolte di saggi Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa (2003), Più lontano ancora (2012) e Il progetto Kraus (2014); l'autobiografia Zona disagio (2016) e La fine della fine della terra (2019).Fonte fotografia: editore Einaudi, credit Shelby Graham

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